Matteo Renzi e Carlo Calenda sono due star di Twitter in Italia. Il segretario del Pd ha oltre tre milioni di follower mentre il ministro dello Sviluppo economico “solo” ventidue mila. Il primo lo usa molto per comunicare e fare annunci, il secondo ha un approccio molto teso al dialogo con i suoi utenti e soprattutto quelli critici cui risponde puntuto ma garbato. Che il social media potesse essere un luogo di incontro fatale per i due non era da escludere, anzi. Le leggende giornalistiche dei palazzi romani vorrebbero infatti Renzi e Calenda ai ferri corti dopo un lungo periodo di intesa in cui l’ex premier aveva apprezzato il lavoro dell’allora viceministro con delega al commercio internazionale e che non a caso volle indicarlo quale rappresentante permanente dell’Italia presso l’Unione Europea. Con il ritorno al governo di Carlo e l’uscita di Matteo qualcosa sembra essersi rotto, o almeno così secondo i gossip.
Così almeno fino a quando su Twitter non è accaduto che il segretario del Pd scrivesse “Scaricare tutto, scaricare tutto. Ma anche il lavoro, le #FakeNews, le tasse, le alleanze. Ne ho parlato ieri sera a Quinta Colonna. Qui c’è l’intervista. Chi ha tempo per vederla mi dice che ne pensa? Buona giornata di festa, amici“.
Probabilmente Renzi non si aspettava che fra i circa quattrocento commenti al suo tweet ci fosse quello del “suo” Calenda. Che così gli scrive: “La mia opinione Matteo. Ma se invece di slogan – tasse e + deficit x tutti il PD proponesse programma in linea con le tante cose buone/serie fatte da te e Gentiloni: + investimenti, – costo del lavoro, + riforme, – debito, giovani/imprese al centro, – veti locali, +concorrenza“.
Passano poco meno di sei ore perché il capo del partito democratico risponda. All’inizio sembra voler ricordare la passata esperienza comune. Scrive infatti: “Lavoriamoci, Carlo. Come sai la posizione “più deficit” era spinta da diversi Ministri, quando eravamo insieme a Palazzo Chigi :-)“. Come dire: ma prima non la pensavi come me? La tentazione della polemica è certo ammorbidita dal segno dello smile ma è comunque nella seconda parte che emerge più chiaramente la volontà di far prevalere il ramoscello d’ulivo: “Sul “meno tasse” si tratta di capire come, quando e cosa. Sul resto sono d’accordo: aspettiamo te e le tue idee. Al lavoro, per l’Italia. Buon we!”.
Meno di venti minuti ed è ancora cinguettio di Twitter a dirci che lo scambio fra i due esponenti del centrosinistra si chiude. E’ Calenda infatti a concludere con un “Volentieri Matteo“.
Non si può prevedere quale sarà l’esito effettivo di questo dialogo “virtuale” ma fra chi si candida a Palazzo Chigi e chi si rifiuta di correre anche solo per Montecitorio probabilmente la distanza è da ieri, almeno un po’, accorciata. E’ la social politics, bellezza!