Pierluigi Bersani rischia di rimanere deluso nelle sue aspettative per un governo Pd con il sostegno anche del Movimento a 5 Stelle. E non per i dubbi latenti sulla soluzione ultra progressista, e comunque eccentrica, dopo lo stallo elettorale: al di là degli interventi nella direzione del Pd, la linea del segretario fin dall’inizio è stata vissuta tra dubbi e interrogativi tra i maggiorenti del partito.
Walter Veltroni ha detto chiaramente di auspicare una sorta di esecutivo di larghe intese ovvero un governo del presidente, in una intervista al Corriere della Sera e poi alla trasmissione In Onda su La 7; Massimo D’Alema ha evocato seppure solo per l’elezione dei presidenti di Camera e Senato il coinvolgimento del Pdl oltre che dei grillini; per non parlare di Matteo Renzi che proprio oggi al quotidiano il Messaggero ha esplicitamente fatto riferimento alla necessità di una grande coalizione alla tedesca. Come dire: basta colloqui con Grillo e grillini. Il sindaco di Firenze ha parlato di centrodestra e di centrosinistra. Tanto che a Renzi viene accreditata la strategia per un partitone riformatore di fatto anti Grillo in vista della prossima tornata elettorale.
Se a sinistra ci si lambicca sul rapporto con il Movimento 5 Stelle, nel centrodestra nonostante l’ennesima tegola giudiziaria su Silvio Berlusconi in silenzio si sta gongolando per le traversie del tentativo di Bersani; tentativo che peraltro è osservato con scarso favore dal Quirinale.
E così se fin dall’inizio sia il leader del Pdl che uno dei suoi principali consiglieri, l’ex ministro Renato Brunetta, hanno sottolineato che la soluzione istituzionale e governativa all’altezza delle sfide economiche del Paese era un accordo tra i principali partiti (escludendo Grillo), dalla Lega erano giunti finora silenzi e qualche contrarietà a questa prospettiva.
Ma oggi il leader del Carroccio, nonché governatore della Lombardia, Roberto Maroni, con una dichiarazione inequivoca può imprimere di fatto una svolta rispetto alla politica annunciata, perseguita e cocciutamente ribadita da Bersani. Infatti Maroni ha detto che “l’unica strada possibile è un governo politico di grande coalizione, che duri cinque anni, affronti la crisi economica e faccia quelle riforme costituzionali che da troppo tempo sono attese”.
Bersani, forse, inizia a sudare freddo. Se svanisce lo scenario di un Bersani premier, evapora di fatto anche quello di Bersani segretario del Pd.
Dalle stelle (grilline) alle stalle?