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Partire dalla cultura per rigenerare il Paese. Intervista a Federica Galloni

cultura

Conservare il patrimonio culturale del passato, ma sfruttare l’arte anche come motore per rilanciare lo sviluppo del Paese. La cultura può creare energie fondamentali per far rinascere il tessuto sociale e le periferie delle città. Per parlare di queste opportunità, Formiche.net ha intervistato Federica Galloni (nella foto), Direttore Generale presso il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.

Il contemporaneo è un settore spesso sottovalutato nel nostro Paese, dove il peso dell’arte antica è molto forte. Qual è, in questo senso, lo sforzo che porta avanti l’Italia in questo ambito?

Proprio per rispondere a questa sfida, il Ministero ha istituito la Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane. Il nostro obiettivo, in linea con quanto accade nel resto d’Europa, è quello di promuovere l’arte e l’architettura contemporanee in Italia e all’estero e di sfruttare la cultura come leva per rigenerare le periferie.

Nel campo dell’arte contemporanea uno dei progetti più importanti è la Biennale di Venezia, che quest’anno ha attirato oltre 600 mila visitatori. Riflettendo su questi numeri, quali sono gli strumenti per avvicinare il pubblico all’arte contemporanea? E, al contrario, come portare l’arte italiana nel mondo?

Si tratta di un risultato eccellente, che conferma come il percorso intrapreso in questi ultimi tre anni stia dando i suoi frutti. Come Commissario del Padiglione Italia alla Biennale, posso dire che abbiamo puntato su scelte ambiziose e innovative. Ad esempio nel settore arte, riducendo a tre il numero degli artisti e dando loro un anno di tempo per elaborare il progetto, è stato possibile valorizzare lavori più complessi e affascinanti.

Ma soprattutto, portare l’arte italiana nel mondo rappresenta una delle sfide centrali che ci siamo impegnati ad affrontare. Per questo è nato Italian Council, il progetto per sostenere e valorizzare le creazioni artistiche in Italia e all’estero, e per accrescere le collezioni pubbliche di arte contemporanea.

Dobbiamo valorizzare la creatività e il talento in tutti i settori artistici, dalla fotografia al design all’architettura, e questa è stata una delle priorità del MiBACT e della Direzione Arte e Architettura contemporanee. Il Premio New York e il Premio Berlino sono ormai realtà consolidate, nate grazie alla collaborazione con istituzioni nazionali e internazionali, che puntano a incoraggiare in particolare i giovani artisti under 35.

Quali gli investimenti economici dei progetti da voi promossi?

Parliamo di circa 1,5 milioni di euro stanziati nel 2017 per raggiungere questi obiettivi. Ma nel prossimo anno contiamo di raddoppiare i finanziamenti, grazie agli ulteriori fondi reperiti nella legge di bilancio.

Come è possibile avvicinare arte e periferie urbane?

La sinergia tra arte e architettura può innescare processi positivi di coesione sociale, capaci di rigenerare e far rinascere le aree periferiche. Le periferie urbane, per loro natura, sono il luogo più adatto ad accogliere i cambiamenti legati alla contemporaneità, e per questo costituiscono il punto di partenza per la crescita culturale dei territori. La cultura, intesa in senso lato, è una leva strategica, è il motore per lo sviluppo economico e sociale delle comunità.

Per questo il Ministero e la Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane si sono impegnati in diversi progetti, a tutti i livelli. Penso al convegno “Futuro periferie – La cultura rigenera”, a cui ha partecipato anche il Presidente del Consiglio e che è stata un’occasione preziosa per recarsi sui territori, ascoltare le comunità e dare valore alle realtà locali. Ma anche al progetto “Scuola: Spazio Aperto alla Cultura”, che ha reso le scuole veri e propri presidi dell’arte e della cultura nelle periferie, con iniziative aperte a tutta la cittadinanza.


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