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Berlusconi incontra Salvini e Meloni. Ma il convitato di pietra è Mario Draghi?

berlusconi

In un Paese normale dovrebbe far notizia il fatto che faccia notizia l’incontro fra i leader dei partiti (neppure tutti) della coalizione che fra meno di due mesi potrebbero vincere le elezioni. L’Italia però è unica e quindi non ci si sorprende se vengono spolverate le fanfare e si annunci con grande entusiasmo che, sì, oggi ad Arcore si incontreranno Berlusconi, Salvini e Meloni.

Il leader della Lega è già riuscito ad ottenere che i rappresentanti della quarta gamba non partecipino (chi si sarebbe accomodato, peraltro? Fitto, Lupi, Quagliariello o Cesa?). Non solo, ha anche fatto sapere che chiederà – e non potrà non ottenere – l’impegno ad abolire la legge Fornero in caso di vittoria, tutt’altro che improbabile. Certo, dovrà con la collega di Fratelli d’Italia andare ad Arcore (un po’ come andare a Canossa per Salvini) ma ha informato che la prossima riunione si farà da lui, a via Bellerio.

Questo, un po’ surreale, è il contesto nel quale il centrodestra piazzerà la sua prima photo-opportunity. Facile scommettere sulla riuscita dell’evento. Tagli alle tasse, sicurezza, previdenza ed un tocco di spirito patriottico per gli elettori della Meloni. Il messaggio può passare molto più efficacemente della proposta di tagliare il canone Rai e può anche offrire una immagine più decorosa della Roma che, a guida 5 Stelle, si ritrova sommersa dai rifiuti.

D’altronde, se persino Bill Emmott ha sdoganato Berlusconi, la strada deve essere proprio in discesa. Non lo è, in realtà. Il gran capo di Forza Italia lo sa bene e sul comodo divano di casa sua, ad Arcore, nel caldo della tappezzeria importante che fa da sfondo ai mobili antichi, ai suoi partner lo spiegherà bene. Le condizioni sono tutte favorevoli e davvero si può riuscire in una impresa impensabile solo qualche mese fa. Però non si può litigare su tutto.

Berlusconi illustrerà la sua idea dei collegi, della necessità di non soffocarli con scelte troppo targate e con il manuale Cencelli. In queste settimane il fondatore, il creatore forse, del centrodestra ha incontrato professionisti, giovani, imprenditori, amministratori locali. È quella classe dirigente che vuole dispiegare nel territorio per competere in modo credibile con il Movimento 5 Stelle. I grillini candidano persone della società civile? Noi – spiegherà il Cavaliere – di più e certamente più qualificati e credibili. La vittoria all’uninominale è la premessa migliore per la conquista della maggioranza dei seggi. Poi, c’è la corsa dei singoli partiti e lì chi più ne ha più ne metta.

Bisognerà definire i dettagli del programma comune ma le basi, ne sono tutti convinti, ci sono. Sul tavolo resta il nodo della candidatura del Lazio anche se nella testa di Berlusconi, per quanto politicamente rilevante sia la questione, non è più priorità sulla quale valga la pena di dividersi. C’è il tema invece della comunicazione e dell’immagine dove il padrone di casa può dare lezioni anche se gli alleati non vogliono sentirsi allievi. Piccole scaramucce ma annegate dentro i sorrisi, non solo di facciata, di chi già assapora la vittoria.

Tutto bene, benissimo. Peccato che non tutto si sia incastrato perfettamente. Difficile immaginare cosa avrà pensato Berlusconi quando ha visto il suo Tajani, ora acclamato presidente del Parlamento europeo, citare Mario Draghi. Ah, Mario Draghi! Gli toccherà ricevere Salvini e Meloni per vincere le elezioni ma il pensiero di Berlusconi è già proiettato al dopo. Il patto anti-inciucio che si faccia o meno, e che venga ufficializzato oggi o più avanti, importa relativamente. L’impressione è che il capo di Forza Italia voglia giocare più ambiziosamente del passato. “Deve fare attenzione alla sua subretteria”, dice qualcuno dei suoi con un pizzico di malizia. Ma questa è un’altra storia. Oggi è giorno di festa.


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