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SpaceX ed il satellite spia. Un nuovo fallimento per Elon Musk?

Total loss. È questa l’espressione che circola nei maggiori siti di informazione americani (riferita da membri dell’amministrazione Usa) su Zuma, il satellite spia altamente classificato, partito domenica scorsa a bordo di un razzo di SpaceX.

La notizia è arrivata dopo il briefing che avrebbe informato i membri del Congresso, mentre il prezioso e segretissimo payload, denominato Zuma, è stato lanciato dalla base di Cape Canaveral, in Florida (quando in Italia erano le due di lunedì mattina) a bordo di un Falcon 9 (a due stadi) realizzato dall’azienda di Elon Musk. Il satellite avrebbe dovuto raggiungere la bassa orbita terrestre (Leo), ma un problema si sarebbe verificato nella fase di separazione dal razzo, dopo la quale il payload sarebbe ricaduto nell’atmosfera.

La missione top secret era stata inizialmente prevista per metà novembre, per poi essere posticipata da SpaceX così da avere la possibilità di analizzare meglio i “dati recenti” dei test per la copertura del satellite usata per un altro cliente. L’azienda, come nota il Wall Street Journal, non ha comunque mai reso noti i dati arrivati sulla carenatura la cui funzione è proteggere il payload nella fase ascendente per poi staccarsi. In ogni caso, non ci sono informazioni dettagliate sul problema che ha causato il fallimento del lancio, e non è detto dunque che esso sia legato alla carenatura in questione.

Ieri sera, a 24 ore dal lancio, i primi dubbi sull’esito della missione hanno iniziato a circolare tra gli addetti ai lavori. Il costruttore del satellite, Northrop Grumman (a cui spettava anche la scelta del lanciatore), e SpaceX non hanno rilasciato al momento dichiarazioni. Un portavoce di SpaceX ha fatto sapere: “Non commentiamo missioni di questo tipo, ma al momento le analisi dei dati indicano che il Falcon 9 ha funzionato nominalmente”, termine che indica generalmente il normale funzionamento di motori e sistemi di navigazione del razzo. In effetti, il lanciatore noto per la caratteristica reusability (vero elemento rivoluzionario dei progetti di Musk) è tornato a terra, alla stessa base da cui era partito, consentendo così a SpaceX di recuperare per la 21esima volta il primo stadio intatto.

Qualora il fallimento della fase di rilascio fosse confermato, ciò potrebbe riflettersi sui progetti di SpaceX. Musk ha annunciato che nel 2018 vuole portare la sua azienda a realizzare più di 25 missioni, contro le 18 del 2017. Tra di esse, entro la fine dell’anno prevede anche di condurre astronauti sulla Stazione spaziale internazionale (Iss), per ora monopolio della Russia con la navicella Soyuz. C’è grande attesa poi per il debutto del Falcon Heavy. A lungo ritardato, il nuovo razzo è in fase finale di preparazione e si annuncia rivoluzionario in termini di implicazioni economiche per tutti i concorrenti. Ora, il presunto total loss di Zuma, potrebbe però costringere Musk a rivedere alcuni suoi piani.



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