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Beppe Grillo coccolato dal giornale dei vescovi

Il cuore politico dei cattolici batte per Beppe Grillo? Qualche indizio c’era già, visto che una indagine Ipsos per il settimanale dei Paolini, Famiglia Cristiana, era giunta a risultati inequivoci. Ma ora arriva anche il giudizio del quotidiano della Conferenza episcopale italiana (Cei).

Il commento di Avvenire

“Resto convinto che l’incendiario Grillo non sia un nuovo Fuhrer. E penso anche che sarebbe forse eccessivo sostenere che il segreto e visionario Gianroberto Casaleggio sia per il capo del ‘non-partito anti-partiti’ cio’ che l’ideologo Rosenberg e il propagandista Goebbels erano per il capo del nazismo”. E’ quanto scrive oggi il direttore di Avvenire Marco Tarquinio, aggiungendo: “Ma chiudere gli occhi davanti a quel che sta accadendo, sottovalutare la portata ‘rivoluzionaria’ della sfida movimentista o, al contrario, sopravvalutarla lasciandosi intimidire e bloccare, sarebbe uno sbaglio gravissimo, addirittura imperdonabile”.

Non demonizzare Grillo, please

Nella rubrica delle risposte ai lettori, il direttore del giornale dei vescovi sottolinea che “e’ un fatto che Beppe Grillo abbia preso a ritagliarsi deliberatamente ed emblematicamente un ruolo da ingombrante ‘fantasma’: non abita il palazzo – osserva Tarquinio – ma solo le proprie ville o le piazze dove fa periodiche apparizioni, pontifica dal web e si materializza mediaticamente solo quando e dove lo ritiene conveniente, sferraglia e lancia messaggi sulfurei, punta a rendere ingovernabile la casa comune (il Parlamento) nella quale ha messo piede per interposta persona, agita le cattive coscienze di chi ha vivacchiato e malfatto eppure sbarra ogni sensata via d’uscita dall’impasse perche’ l’obiettivo e’, appunto, il collasso del sistema”. Aggiunge comunque “che, pero’, non sono mai stati i fantasmi a fare la storia; la storia la fanno gli uomini e le donne in carne, ossa e anima”.

Basta faide tra berlusconiani e anti berlusconiani
Inoltre, “continuare a far finta che il gran problema sia ancora quello di regolare i conti tra berlusconiani e antiberlusconiani sarebbe, poi, una follia. Ma, soprattutto, ogni risposta ancora non data alle incalzanti e giuste domande di equita’, di lavoro, di onesta’ dell’Italia del 2013 sarebbe solo un cinico contributo all’unico, vero attentato alla nostra democrazia che vedo in corso: il suo svilimento ad affare di oligarchi e arruffapopolo”. “Non e’ così- conclude Tarquinio – lo si dimostri”.



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