Il difficile rapporto tra politica e giustizia torna in primo piano con l’altolà di Giorgio Napolitano a Pdl e magistrati, dopo l’“allarmante nuova spirale di polemiche tra voci che si levano dall’uno e dall’altro campo”. Il blitz dei parlamentari Pdl al Palazzo di giustizia di Milano per protestare contro la “persecuzione giudiziaria” cui è sottoposto Silvio Berlusconi, che lo stesso capo dello Stato ha definito “manifestazione politica senza precedenti”, ha suscitato polemiche.
Tra queste, arriva forte e chiara attraverso Formiche.net anche quella del senatore uscente del Pd, Marco Follini: “Sono d’accordo parola per parola, riga per riga con la nota del Capo dello Stato. Quello inscenato due giorni fa dal Pdl è un errore politico e una forzatura istituzionale, per usare due eufemismi. Penso che chi ha rivestito responsabilità pubbliche e gode del favore di una parte significativa dell’elettorato debba adottare comportamenti più consoni alla ragion di Stato e quelli erano drasticamente da un’altra parte”.
Senatore, non pensa sia in atto un tentativo da parte della magistratura di eliminare Berlusconi, come ipotizza Angelino Alfano? Il presidente Napolitano considera “comprensibile la preoccupazione che il leader del Pdl possa partecipare adeguatamente alla complessa fase politico-istituzionale”.
“In uno Stato di diritto ci si attiene alle regole. Un punto ben chiaro della nostra Costituzione sancisce l’autonomia della magistratura. La divisione dei poteri nelle società occidentali resta un principio antichissimo che risale a Montesquieu. Consiglierei di non cambiare registro”.
Certo, fa un po’ impressione l’ondata di provvedimenti giudiziari che hanno travolto Berlusconi dopo il voto. Qualcuno ricorrerebbe all’espressione “giustizia a orologeria”…
“È una rappresentazione forse un po’ forzata ma sono d’accordo che ci vuole impegno per rendere più armonico e meno conflittuale il rapporto tra politica e giustizia. Detto questo, non credo però che inscenare la manifestazione di cui si è reso protagonista il Pdl avvicini di un passo all’obiettivo”.
Il Pdl ha ragione quindi quando dice che c’è un problema di politicizzazione della magistratura in Italia?
“L’errore del Pdl c’è tutto e non mi sento di esprimere opinioni indulgenti in merito. Detto questo, è ovvio che il proposito di raffreddare la tensione riguardi tutti e alcune forme di politicizzazione della magistratura vanno in tutt’altra direzione. Non azzarderei a dire che esiste una persecuzione giudiziaria nei confronti di Silvio Berlusconi ma non mi sento neanche di affidare alla magistratura un compito politicamente salvifico. Ci sono troppi magistrati che si sono candidati in fretta e furia e hanno monetizzato in termini di consenso il loro ruolo, penso a Antonio Di Pietro e Antonio Ingroia per fare due esempi. Stabilire che chi fa il magistrato non si può candidare laddove ha operato o che chi si candida deve lasciare la magistratura e non può tornarvi sarebbero due regole di buon senso”.
Il neo capogruppo al Senato del Movimento 5 Stelle, Vito Crimi, ha detto che sarebbe pronto a votare a favore di una eventuale richiesta di arresto per Berlusconi e per la sua ineleggibilità. L’ex ministro Matteoli ha commentato: “Mettere in dubbio l’eleggibilità di Berlusconi al Parlamento, ci troveremmo di fronte al tentativo di un golpe su cui il Popolo della Libertà reagirebbe come si deve”. Chi ha ragione?
“Berlusconi siede in Parlamento da una ventina d’anni e penso che se si in questo periodo si fosse fatta una legge rigorosa sul conflitto di interessi, forse certi veleni ce li saremmo risparmiati. Dopo di che, porre il problema dell’ineleggibilità il giorno dopo mi sembra un esercizio molto vano o troppo poco intelligente. E pronunciarsi sull’arresto senza aver letto le carte una vera e propria aberrazione”.
Giampiero Mughini su Libero invita il Cavaliere a ritirarsi per il bene di tutti. Lei cosa gli consiglia?
“Mi guardo bene dal dare consigli, non sta certamente a me indicargli la strada. Mi limito a dire che una manifestazione come quella del Pdl non giova al suo buon nome”.
Se non ci fosse Berlusconi sarebbe più semplice un governissimo Pd-Pdl come dice Massimo D’Alema?
“Abbiamo imboccato un percorso di crisi che non ci porta da nessuna parte a cui non voglio aggiungere anche il mio dissenso”.
Non condivide la linea di Bersani?
“Contesto la rincorsa verso Grillo. L’ho detto già molte volte, non c’è bisogno che mi ripeta”.