Calenda, ancora lui. Non su Twitter ma dalle colonne del Sole 24 Ore. Non da solo ma in compagnia di Marco Bentivogli, nuova icona del sindacato riformista. Non per commentare una proposta altrui ma per formularne una propria. Non ottenendo una raffica di attacchi dal Pd ma ricevendo applausi pressoché unanimi. È quello che accaduto con la presentazione del programma per la crescita, già dal quotidiano di Confindustria ribattezzato – ben più pomposamente – Piano per l’Italia. Si tratta di una vera e propria agenda di governo, del governo Calenda.
I CONTENUTI DELLA PROPOSTA
Competenze, impresa e lavoro. Sono i “tre pilastri” sui quali si fonda la proposta di “un piano industriale per l’Italia delle competenze” avanzata dal ministro dello Sviluppo economico insieme al segretario generale della Fim Cisl. A fronte di un 2018 “potenzialmente critico per la tenuta finanziaria del Paese”, i due sostengono nel documento che “l’unica strada percorribile è quella di continuare a muoversi lungo il ‘sentiero stretto’ percorso in questa legislatura, ovvero riduzione del deficit, aumento di Pil e inflazione”.
Calenda e Bentivogli propongono quindi “il riconoscimento del diritto soggettivo del lavoratore alla formazione in tutti i rapporti di lavoro e la sua definizione come specifico contenuto contrattuale”, una politica industriale e del lavoro “non retorica” che parta da quanto fatto dagli ultimi due governi, il rifinanziamento per il 2019 del Fondo Centrale di Garanzia per 2 miliardi di euro e lo stanziamenti di 400 milioni di euro aggiuntivi all’anno da destinare agli istituti tecnici superiori, un “decentramento contrattuale” che passi dalla riduzione delle tipologie del Contratto nazionale e una politica energetica che segua la Strategia Energetica Nazionale.
Dal punto di vista della concorrenza, l’invito per la prossima legislatura è a concentrarsi su due aspetti: quello dei servizi pubblici locali “ancora spesso poco efficienti” e quello delle concessioni. Mentre in tema di banda larga si suggerisce di “verificare la possibilità di concentrare lo sviluppo della rete in un unico operatore, valutando con tutte le cautele del caso un’eventuale remunerazione con tariffe regolamentate”. A livello di politica commerciale, infine, Calenda e Bentivogli sottolineano l’importanza di “giocare la partita dell’internazionalizzazione contemporaneamente in attacco e in difesa”, attraverso accordi di libero scambio e regole condivise. Vasto programma, si sarebbe detto un tempo.
LE REAZIONI
Un tweet può come una rondine fare primavera? Un retweet forse sì. È quello che è accaduto con il presidente del Consiglio. Con il rilancio dell’intervento di Calenda e Bentivogli, Gentiloni ha sostanzialmente sdoganato il piano. “Da leggere la proposta di Carlo Calenda e Marco Bentivogli”, twitta il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan “per costruire il futuro dell’Italia dal sentiero stretto a Impresa 4.0 attraverso Lavoro, Competenze, Industria. L’aumento dell’occupazione passa di qui”. Non basta il tweet per il sostegno del ministro dell’Economia. Ecco quindi un lungo ed interessante intervento sullo stesso Sole 24 Ore. L’aria è quella di un sostegno largo. “Interessante piattaforma di proposte, nel solco del lavoro fatto in questi anni, per rafforzare la prospettiva di sviluppo del Paese”, scrive quindi sul social il ministro delle Risorse Agricole, Maurizio Martina. E Benedetto dalla Vedova scrive un tweet nel quale spiega che “Come PiuEuropa ci impegniamo nella prossima legislatura a muoverci esattamente nella direzione indicata quest’oggi” da Calenda e Bentivogli e in una nota congiunta con Riccardo Magi e Bruno Tabacci affermano che la proposta “costituisce un’ottima agenda di politica per la crescita che ci auguriamo il prossimo governo possa perseguire e realizzare”.
A rilanciare la proposta anche il presidente di Open Fiber Franco Bassanini, il governatore del Lazio Nicola Zingaretti e il sindaco di Milano Giuseppe Sala. “Basta con l’improvvisazione che spesso governa il dibattito politico e torniamo a progettare un futuro basato sull’apparenza competenza!” scrive sul suo profilo Twitter Sala. Quando basta a far titolare “Coro di consensi”. Il ministro dello Sviluppo economico segna così un altro punto a suo favore e soprattutto si ritrova al suo fianco una parte non banale del Pd. Calenda, che non si candida per essere deputato, rivela una ambizione ancora maggiore: quella di dare la linea politica sui contenuti. E se il Pd per una volta sembra accettare i buoni consigli, nulla si percepisce come risposta dal centrodestra. Questa però è un’altra storia.