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Perché Schulz ora traballa (ma non la Merkel)

La frittata sembrava fatta, ma gli iscritti dell’Spd potrebbero ridurla a una poltiglia di scrumble eggs. Il partito guidato da Schulz sta registrando, improvvisamente, un aumento di nuovi iscritti. Questo è molto probabilmente il “branco” degli oppositori delle nuove larghe intese, di una rinnovata grande coalizione. È l’ultimo brandello di speranza di chi vorrebbe influenzare il voto dei dirigenti del partito espresso nel corso del congresso straordinario dell’Spd che si è svolto domenica 21 gennaio. Ma le possibilità di influenzare il voto potrebbero essere poche mentre a pagarla cara sarà senza dubbio Martin Schulz.

IL DISSENSO SI ALLARGA

Il programma di governo va ancora scritto e una volta stilato andrà sottoposto a una nuova votazione, stavolta da parte di tutti i 450mila iscritti all’Spd. Ma in questi giorni si sta registrando un fenomeno in controtendenza rispetto alla disaffezione degli elettori verso i principali partiti europei: gli icritti dell’Spd stanno aumentando e molto probabilmente per gli appelli lanciati dai giovani e dalla “sinistra” dell’Spd. In due Land il numero è stato considerevole: solo in Baviera si sono registrate 100 domande di adesione nella giornata di lunedì e 70 a Berlino, come hanno riferito i portavoce di entrambe le associazioni statali. Nel Land di Baden-Wuerttemberg l’associazione regionale dell’Spd ha registrato diverse dozzine di nuovi iscritti dopo il congresso di Bonn.

IL MANDANTE

Il 56,4% di voti favorevoli registrato domenica scorsa è sì la maggioranza ma non così netta. È una maggioranza striminzita, una vittoria di Pirro, è il termine di una battaglia che vedrà altri caduti. La strada verso la grande coalizione per Martin Schulz appare quindi ancora in salita, perché dopo aver cercato di placare gli animi del partito, il segretario deve quietare anche il nocciolo duro degli elettori. Dietro questa particolare ondata di iscrizioni c’è sicuramente l’appello lanciato dagli Juso, associazione dei giovani socialdemocratici tedeschi cui fa capo Kevin Kuehnert, e dagli altri oppositori di una nuova grande coalizione.

Anche il presidente degli Juso nel Land Nordreno-Westfalia, Frederick Cordes ha incoraggiato alle iscrizioni con queste parole: “Ora è importante ottenere il maggior numero di critici della Groko all’interno del partito, in modo da poter superare il risultato” di domenica scorsa. E poi ha concluso affermando: “Stiamo pianificando una campagna nazionale con il seguente motto: una decina – di euro – contro la GroKo”, facendo riferimento alla quota di inscrizione del partito. Questa è in realtà suddivisa per scaglioni, calcolata sul netto mensile guadagnato. Le quote partono da 5 euro al mese (per chi guadagna 1000 euro netti) fino a 250 euro per chi ha uno stipendio di 4000 euro netti. L’offensiva per bloccare il futuro accordo di larghe intese, comunque, è in atto.

SCHULZ E IL TEMPO CHE RESTA

La Große Koalition non dovrebbe però essere a rischio a causa di questi nuovi iscritti. Il numero, oltre a essere esiguo rispetto al totale, può essere bloccato per via di un regolamento interno all’Spd secondo cui solamente chi è registrato da un determinato momento può votare il programma di governo patteggiato con l’Unione. “Imporremo una scadenza”, ha affermato un membro della dirigenza dell’Spd e questa, probabilmente, sarà una data nel mezzo dei negoziati di coalizione che si profileranno a breve. Gli Juso, se vogliono davvero riuscire nell’intento, si devono sbrigare ma, molto probabilmente, comunque non riusciranno a ribaltare un risultato non assicurato ma comunque molto probabile.

Superata l’ennesima impasse si dovrà vedere che fine farà Martin Schulz. Dopo che il presidente socialdemocratico della Turingia e l’ex ministro federale Wolfgang Tiefensee hanno chiesto al segretario di rinunciare a un ufficio ministeriale, la strada verso un cambio di testimone nella dirigenza dell’Spd è sempre più definita.


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