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Marina erede politica di papà Berlusconi?

Silvio Berlusconi ha ancora una volta parlato alla pancia degli italiani e lo ha fatto con quel garbo sentimentale con il quale ha sempre ricordato sua madre, ma questa volta Maria Elvira, detta Marina, la sua primogenita è stata giustamente indicata dal leader tanto chiacchierato, come la sua figlia preferita e dunque – anche se non esplicitamente – come la sua erede anche politica. Perché è naturale e anche più che comprensibile, e mediaticamente sussurato – da ottimo stratega in doppiopetto – davanti alle telecamere della tv (sempre meno generalista ) di Cairo, ha seminato quella prospettiva che può rappresentare una vera alternativa.

Entrata nel gruppo paterno giovanissima, Marina Berlusconi si è sempre interessata di gestione aziendale e dello sviluppo delle strategie economico-finanziarie. Nel luglio 1996 ha assunto la carica di vicepresidente di Fininvest, ruolo che ha mantenuto sino all’ottobre 2005 quando è stata nominata presidente della holding, dirigendo la casa editrice storicamente più accreditata come la Mondadori da vera capitana d’industria. Sempre riservata, lontana dalle telecamere, ma presente con lancinante competenza nell’argomentare gli assalti politici subiti dal padre.

Recentemente si è sentita quando ha sottolineato con forza come falsa, e che falsa è stata confermata dalla procura, la notizia sulle irregolarità sulla vendita del Milan e giudicando pericoloso per i giovani l’assalto dei giganti in internet.

D’altronde l’establishment europeo, a cominciare dall’Fmi, ha migliorato le stime sulla crescita italiana e l’azienda della famiglia è in ottima salute e assicurare la stabilità della finanza pubblica con una programmazione identitaria ben definita con interventi funzionali alla crescita, l’inevitabile vincolo di bilancio riferiti non più al deficit ma alla spesa e a un piano di sviluppo, misure a favore degli investimenti soffermandosi sull’efficacia del programma da realizzare è la strategia adottata dalla primogenita Berlusconi: una buona amministrazione aziendale dunque e l’Italia anche di questo ha bisogno.



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