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A che punto è la crisi con l’India a causa dei marò

I pescatori indiani sono arrabbiati. Si sentono presi in giro dall’Italia e abbandonati dal proprio governo. Due colleghi, Ajesh Binki e Valentine Jelastine, sono stati uccisi nelle acque del Kerala e gli unici indagati del caso, i marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, sono riusciti a fuggire dalla legge. Per questo centinaia di aderenti alla società dei pescatori del Kerala si sono riuniti ieri a Trivandrum per bruciare due pupazzi che rappresentano il premier indiano Manmohan Singh e uno dei due fucilieri. Hanno promesso una manifestazione di protesta nazionale.

Singh ha però reagito con più durezza dopo le reazioni dell’opinione pubblica. Scongiurando le voci su possibili accordi sottobanco con il governo italiano in cambio di documenti rivelatori sulle presunte tangenti della Agusta Westland all’aviazione indiana. Il quotidiano indiano Deccan Chronicle aveva pubblicato giorni fa un articolo con il titolo: “C’è un accordo segreto dietro al problema dei marines italiani?” nel quale si chiedeva se era un caso che nello stesso giorno che l’Italia ha annunciato che i marò non sarebbero tornati in India il governo di New Delhi ha riaperto lo scomodo caso di corruzione grazie a nuovi indizi.

Nel dubbio, l’India resta ferrea nell’indignazione: oggi è stata annunciata la decisione di non fare partire l’ambasciatore indiano designato a Roma, Basant Kumar Gupta, fino a quando sarà chiarito il conflitto, secondo una notizia pubblicata dall’agenzia Press Trust of India.

Intanto, l’ambasciatore italiano a Nuova Delhi, Daniele Mancini (quello che ha promesso il rientro dei marò alla fine del permesso delle quattro settimane) non può lasciare l’India per ordine della Corte suprema. Dovrà presentare una memoria scritta entro il 18 marzo. Mancini ha detto che non lascerà l’India a meno di essere dichiarato persona non gradita.

Le speranze della risoluzione del conflitto sono ora sull’Unione europea: il governo di Singh ha richiamato l’ambasciatore dell’Ue e ha chiesto la mediazione dell’ente internazionale.
“Se non tengono fede alla loro parola, ci saranno conseguenze per le nostre relazioni con l’Italia”, ha detto ieri il premier Singh. Colpi molto probabilmente in moneta: oltre ai rapporti diplomatici e geopolitici, sono gli accordi commerciali ed economici il cuore più vulnerabile dei legami tra l’India e l’Italia.



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