La campagna elettorale è da giorni nel vivo ed i partiti a caccia di voti stanno mettendo sul piatto programmi e provvedimenti.
Benché l’intento del leader della lega sia quello, a suo dire, di aiutare i piccoli imprenditori e non gli evasori c’è il rischio di un effetto boomerang e tre conseguenze probabili che potrebbe intaccare la validità della proposta:
- L’aumento della propensione a non pagare i debiti fiscali
Non serve un esperto psicologo per capire come nella mente di un contribuente che non vuole o non può pagare un debito fiscale l’annuncio di un probabile nuovo ennesimo condono non può far altro che generare il conseguenziale pensiero “invece che pagare aspetto lo sconto”.
Ovviamente questo va considerato non solo in termini morali ma anche di cassa visto che molti contribuenti hanno in piedi rateizzazioni che forse, alla luce della proposta shock salviniana, smetteranno di rispettare creando problemi di incassi per lo Stato.
- La credibilità del sistema riscossione
Chi scrive non dimentica che il riscossore tra interessi di varia natura e oneri aggrava di certo la situazione di contribuenti piccoli imprenditori e professionisti che loro malgrado si trovano ad essere debitori fiscali, ma è pur vero che sono le leggi dello Stato a stabilire percentuali di interessi e sanzioni.
Detto questo però mai come negli ultimi anni abbiamo visto il proliferare di ogni tipo di condono riservato a diverse tipologie di contribuenti, quelli con cartelle, quelli con contenziosi, chi non ha dichiarato redditi esteri ed uno addirittura ad hoc per i transfontalieri.
Inutile dire che uno dei problemi del nostro paese è la mancanza di certezza del diritto (e delle pene).
Con questa tipologia di provvedimenti che possiamo chiamare rottamazioni, in termini anglosassoni come “voluntary disclosure” o con parole accattivanti come PACE FISCALE, la sostanza non cambia, si tratta sempre di condoni che minano la credibilità del sistema fiscale in toto compresa la riscossione.
- Il dilemma morale
La PACE FISCALE benchè pensata per “aiutare” i contribuenti in realtà rischia di creare ulteriore ingiustizia sociale.
Il nostro paese è infatti già diviso tra chi è in regola con il fisco e chi non lo è.
Con le rottamazione renziane coloro che non sono in regola sono stati divisi ulteriormente tra chi poteva aderire ed usufruire dello sconto e chi invece no.
La PACE FISCALE salviniana traccerebbe un nuovo solco tra gli italiani, troppo profondo e forse inaccettabile e vedrebbe da un lato i contribuenti fedeli e quelli che con sacrificio stanno saldando le rate della rottamazione e dall’altro coloro che sarebbe avvantaggiati in maniera abnorme grazie allo stralcio magari dell’80% del proprio debito tributario.
Alla luce di quanto detto è chiaro che la proposta di Salvini sebbene possa sembrare un aiuto ai contribuenti vessati da una pressione fiscale inaccettabile forse rischia di causare più danni che benefici e di generare ulteriore rabbia sociale.
Alla pari delle proposte commerciali di telefonia per cui gli sconti sono sempre riservati ai nuovi clienti mentre poco o nulla è concesso ai vecchi clienti fedeli e regolari, la politica di questi ultimi anni si sta muovendo di pari passo, dimenticandosi forse dei contribuenti in regola a vantaggio di chi invece volente o nolente in regola non lo è.