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Ecco come Papa Francesco rivoluzionerà la Curia

Non sono trascorsi neanche tre giorni dall’elezione del nuovo Papa che già si inizia a parlare delle sfide che dovrà affrontare. A una di esse, probabilmente, verrà riconosciuta una certa priorità: la riforma della Curia. E’ anche questo, infatti, uno dei motivi per il quale la scelta è ricaduta sull’ex arcivescovo di Buenos Aires, che dovrebbe garantire una maggiore collegialità nelle decisioni.

Le parole di Ruini

Persino un cardinale curiale per eccellenza, Camillo Ruini, ha ammesso che la Curia ha bisogno di riforme dato che “quanto ai contrasti ed agli scandali non possiamo negare che ci siano molte cose bisognose di correzione”. Troppi gli scandali legati alle attività della Curia romana. Eccessivo il protagonismo di alcuni suoi esponenti, in particolare del Segretario di Stato Tarcisio Bertone. Chi ha scelto Bergoglio ritiene che la Curia debba essere al servizio del Pontefice e non un organo autonomo capace, addirittura, di condizionare le decisioni del Papa.

Gli sconfitti in Conclave

Il grande “sconfitto” di questo conclave, oltre al cardinale milanese Angelo Scola, è proprio quel Tarcisio Bertone che sino all’ultimo avrebbe spinto per il cardinale brasiliano Odilo Pedro Scherer, membro della Commissione di vigilanza sullo Ior, presieduta dallo stesso Bertone. Troppo tardivo, infatti, il suo cambiamento di rotta.

Che fine farà Bertone

E’ usanza che il nuovo Papa confermi tutti i responsabili della Curia “donec alitur provideatur”. E’ possibile che in questo caso ciò non avvenga. Ma anche nell’ipotesi in cui Papa Francesco decida, almeno inizialmente, di non apportare particolari cambiamenti, con l’elezione di Bergoglio si è completata la parabola discendente di Bertone e dei cosiddetti “bertoniani’, che non hanno più in Benedetto XVI il loro strenuo difensore.

Chi esce rinvigorito

Chi esce invece rinvigorito da questo “scontro” è il decano del Collegio cardinalizio, l’ex Segretario di Stato Angelo Sodano, uno dei “nemici” di Bertone. E’ stato proprio Sodano a dare una sorta di endorsement all’elezione di Bergoglio nel corso dell’omelia per l’elezione del nuovo pontefice: “serve un Papa dal cuore generoso, con una forte connotazione pastorale”. Una descrizione, quest’ultima, che corrisponde al ritratto del cardinale argentino. Sodano è colui che ha maggiormente criticato la decisione di Benedetto XVI di affidare la guida della Segreteria di Stato a un cardinale non proveniente dalla carriera diplomatica.

I possibili sostituti di Bertone

Con l’elezione di Bergoglio, un pastore, Sodano è riuscito, in realtà, a riportare in auge il “partito dei diplomatici” che hanno visto nel cardinale argentino la grande “occasione” per ridare slancio alla dimensione internazionale della Santa Sede. E’ da lì, quindi, che potrebbe arrivare il sostituto di Bertone. Che potrebbe essere, anche se non necessariamente, un italiano. Giuseppe Bertello, con esperienza diplomatica come nunzio in Messico e in Italia, potrebbe dunque essere il “grande favorito”. Contro di lui, però, giocherebbe la sua vicinanza a monsignor Ettore Balestrero, l’astro nascente della diplomazia vaticana, recentemente “allontanato” dalla Segreteria di Stato. Anche Pietro Parolin, attuale nunzio in Venezuela e già sottosegretario per i rapporti con gli Stati ai tempi di Giovanni Paolo II, godrebbe di buone chances così come Fernando Filoni, attuale prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli ma già sostituto per gli Affari Generali presso la Segreteria di Stato.

Non è escluso, però, attendersi da Papa Francesco un gesto di rottura, ovvero un Segretario di Stato non italiano.


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