“La scelta tra Schifani e Grasso era una scelta impossibile. Si trattava di decidere tra la peste bubbonica e un forte raffreddore”, ha sentenziato Beppe Grillo. Qualcuno però ha scelto, optando evidentemente per il forte raffreddore e tradendo le disposizioni del leader di partito. Stiamo parlando di quanto accaduto sabato 16 marzo al Senato, in occasione dell’elezione del presidente dell’assemblea, all’interno del Movimento 5 Stelle.
I nomi dei “dissidenti”
E i grillini “dissidenti”, che hanno votato Pietro Grasso presidente del Senato anziché lasciare la scheda bianca come deciso dal movimento, sono: Giuseppe Vacciano, Marino Mastrangeli, Elena Fattori, Bartolomeo Pepe, Fabrizio Bocchino, Mario Giarrusso e Francesco Campanella.
Sono loro stessi a confermarlo. “Ho votato Grasso – annuncia Fattori – convinta di adeguarmi alle indicazioni dell’assemblea (dei senatori del Movimento 5 Stelle, ndr) e della mia coscienza”. La senatrice Fattori fa un esame di quanto accaduto: “Non tanto in mancanza di coerenza abbiamo peccato, ma piuttosto in un’organizzazione ancora imperfetta”.
“Ho votato l’uomo antimafia Piero Grasso, perché altrimenti avrei contribuito ad una sciagurata rielezione di Schifani”, dice Mastrangeli, facendo riferimento al Comunicato politico n°45 di Grillo, dove si legge che “ogni eletto risponderà al Programma del MoVimento 5 Stelle e alla propria coscienza”.
E ora?
Bisognerà ora attendere di vedere quali saranno le eventuali ripercussioni per i dissidenti, dal momento che lo stesso Grillo è intervenuto sul suo blog, ricordando a tutti gli eletti quanto prevede, in termini di trasparenza, il