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Della Valle invoca la rottamazione di Bazoli e dei suoi “compari”

I vecchietti più o meno arzilli della finanza vadano ai giardinetti, invece di continuare a frequentare e presiedere i consigli di amministrazione.

Uscito di scena Cesare Geronzi, che ora si deve accontentare di presiedere una defilata Fondazione Generali, il patron di Tod’s Diego Della Valle questa volta non può che concentrarsi su Giovanni Bazoli per chiedere una rottamazione nel mondo della finanza, alla vigilia del rinnovo dei vertici di Intesa San Paolo. Così nel giorno stesso in cui le due maggiori fondazioni azioniste della banca milanese guidata da Enrico Cucchiani, ovvero Cariplo e Compagnia di San Paolo, hanno presentato le candidature in cui spicca Bazoli per un rinnovo del mandato di presidente del consiglio di sorveglianza, uno degli esponenti di rilievo dell’imprenditoria italiana ritorno a infierire sul banchiere milanese, approfittando di una intervista al quotidiano la Repubblica.

Le parole di Della Valle su Bazoli

Nuovo affondo di Diego Della Valle contro Giovanni Bazoli. “Sarebbe un bel gesto se Bazoli evitasse di farsi rieleggere e lasciasse spazio a persone della sua banca con caratteristiche più adeguate a ricoprire questo ruolo per il futuro”. E’ quanto ha affermato in un’intervista a Repubblica il patron di Tod’s, all’indomani della conferma del presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo nella lista comune di Fondazione Cariplo e Compagnia di San Paolo, i due maggiori azionisti della banca, in vista dell’assemblea per il rinnovo dei vertici. “Se Bazoli e quelli come lui rimarranno al loro posto sarà una grande sconfitta per tutti quelli che vogliono che il Paese cambi e si modernizzi”, ha aggiunto.

La staffilata al signore di 80 anni e ai suoi compari

“Ci sono alcuni istituti che non hanno capito ancora che il mondo è cambiato e tentano di riproporre un copione vecchio e obsoleto, che serve solo a garantire il loro potere personale e la loro poltrona: esempio lampante di questo sistema è Giovanni Bazoli – ha affermato Della Valle – Questo signore, all’età di 80 anni, sta tentando ancora, d’intesa con un gruppo di sodali a lui simili, di farsi rieleggere alla guida di una delle banche più importanti del nostro Paese. L’obiettivo di Bazoli e dei suoi compari è quello di continuare a controllare un sistema di potere molto ramificato, autoreferenziale, di individui che non hanno fatto meno danni al Paese di quelli fatti dalla politica della quale, fra l’altro, sono stati spesso ispiratori e sostenitori ingessando così un pezzo importante dell’economia degli ultimi decenni”.

Il caso emblematico di Rizzoli: patto da sciogliere

“Rizzoli è un buon esempio di come non devono essere gestite le aziende” e “la mia posizione per il futuro è che venga subito sciolto il patto di sindacato e che si riescano a trovare alcuni azionisti disposti ad investire quello che serve e a guidare l’azienda assumendosene la responsabilità ed i rischi conseguenti”. Lo ha affermato il patron della Tod’s e socio di Rcs, Diego Della Valle, in un’intervista a Repubblica.

Della Valle deluso per l’esperienza in Rcs
“Sono un azionista importante di quel gruppo, ho creduto a suo tempo nelle potenzialità che poteva esprimere ed ho fatto un grande investimento nell’azienda. Nonostante sia stato per molti anni nel suo Cda, non sono riuscito a dare a questa azienda – ha aggiunto – una strategia solida e ad imporre alcune idee, che forse oggi non avrebbero fatto trovare l’azienda nelle condizioni in cui versa”.

La proposta di azioni ai dipendenti di Rcs

Oltre all’ingresso di nuovi azionisti in Rcs, l’imprenditore marchigiano trova “corretto anche che venga destinata una quota di azioni ai dipendenti, che così potranno vigilare sul loro futuro”.

Liberi tutti quindi? “Se non si seguirà questa direzione – spiega Della Valle – sarà la dimostrazione che i soliti noti tenteranno ancora di comandare in penombra investendo molto poco e rischiano praticamente nulla”. “Sento nell’aria – prosegue – che qualcuno sta tentando di far credere ai giornalisti di essere il dominus della situazione Rizzoli, per cercare magari di intimorire le persone che ci lavorano o di averle più disponibili”.

Alla domanda se si sentisse sconfitto nella vicenda Rcs, Della Valle risponde: “No, lo sono le molte persone che non hanno nessuna colpa ma saranno costrette a lasciare l’azienda per la mancanza di attenzione e di competenza da parte di alcuni che si sono sempre considerati la ‘guida spirituale’ del gruppo”.



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