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Quanto e come il Pentagono vuole spendere per l’intelligenza artificiale

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La guerra moderna si combatte anche a colpi di intelligenza artificiale. Considerando gli sforzi che Cina e Russia stanno dedicando a questo campo, lo ha capito anche il Pentagono, che nella corposa richiesta di budget per il 2019 (pari a 686 miliardi di dollari) prevede di destinare ingenti risorse per la sua operatività, tanto nell’addestramento dei militari, quanto nell’utilizzo di sistemi di combattimento.

LA SPINTA DELL’AMMINISTRAZIONE TRUMP

Lo stesso Donald Trump aveva presentato la Strategia di sicurezza nazionale (Nss) affermando l’intenzione di investire maggiormente nelle nuove tecnologie, comprese quelle che riguardano l’ambiente cibernetico, un dominio ormai pienamente inserito nel warfare. La stessa intenzione era stata ribadita dal segretario alla Difesa James Mattis (in foto) nel presentare il secondo documento strategico, la Strategia di difesa nazionale (Nds), a gennaio. Con il raggiungimento dell’accordo sul budget una decina di giorni fa, tutto ciò è potuto tradursi in progettualità di spesa. Sparita l’ombra della sequestration e alzati i limiti al bilancio per la difesa, la sicurezza americana potrà contare su ben 716 miliardi di dollari. Di questi, 13,7 saranno destinati a “scienza e tecnologia per la futura innovazione”, tra cui spicca senza dubbio anche l’intelligenza artificiale.

LA COMPETIZIONE GLOBALE SULL’IA

Recentemente, è stato il generale Robert Ashley, direttore della Defense Intelligence Agency (Dia, l’agenzia americana che si occupa dell’intelligence militare) ha spiegare, di fronte alla Commissione intelligence del Senato, che l’operazionalizzazione dell’IA sarà una capacità chiave per il futuro del modo di combattere, in particolare per l’esigenza (sempre più forte) di gestire e rendere utilizzabile una gran mole di dati, non a caso detti big data. Ciò appare ancora più urgente, ha spiegato Ashley facendo eco al direttore dell’Nsa Michael Rogers, considerando come le potenze rivali stiano concentrando ampi sforzi in questo senso. “Tutti i nostri concorrenti più vicini (ndr, il riferimento era soprattutto alla Cina) investono in questo tipo di tecnologie perché li porterà a cicli decisionali più rapidi, consentendo loro di assimilare informazioni in volumi maggiori e di disporre di una migliore consapevolezza situazionale in merito a ciò che sta accadendo nel campo di battaglia”, ha spiegato Ashley. D’altronde, come ha ricordato su queste colonne Giancarlo Elia Valori, è stato Vladimir Putin ad affermare: “La nazione che sarà leader nel settore dell’Intelligenza Artificiale sarà la dominatrice del mondo”

LE RICHIESTE PER I SISTEMI DI COMBATTIMENTO

A fronte di tali preoccupazioni, la proposta di budget del Pentagono per l’anno fiscale 2019 prevede investimenti maggiori per l’intelligenza artificiale, ricostruiti da C4IsrNet, a partire dai sistemi di combattimento. Per l’US Navy sono richiesti quasi 50 milioni di dollari per il programma Rapid Prototype Development (sviluppo a prototipazione rapida) che ridurrebbe i tempi di realizzazione di innovativi combat systems. Uno dei primi obiettivi del programma è proprio l’intelligenza artificiale, a cui si accostano tecniche di calcolo (computing) e di machine learning (apprendimento automatico). Anche il Corpo dei Marine ha un suo programma di prototipazione rapida (per cui sono richiesti 7,1 milioni di dollari), con cui spera di sviluppare “capacità di attacco fuse con intelligenza artificiale per aumentare la comprensione situazionale”. Per quanto riguarda le capability, il tema dell’IA è però considerato particolarmente rilevante anche per gli effetti che avrebbe sulla robotica e sui sistemi unmanned. Nella richiesta di budget, 4,6 milioni di dollari sono destinati a un programma ideato per aumentare la percezione ambientale dei robot aumentandone il “controllo intelligente” e l’adattamento autonomo alle situazioni tattiche. Altri 9,5 milioni sono invece richiesti per “espandere le capacità autonome, l’utilità e la portabilità di piccoli sistemi robotici per applicazioni militari”.

E QUELLE PER IL TRAINING

Ingenti risorse sono previste anche per l’addestramento. Per l’Air force americana sono richiesti 87 milioni di dollari da dedicare a programmi di sperimentazioni, in cui rientra anche l’operazionalizzazione dell’IA. La Marina Usa chiede invece 13,5 milioni per ciò che definisce “rapidi avanzamenti nel campo dell’intelligenza artificiale e per la collezione di dati”. Come nota C4isrNet, ciò si lega in particolare agli strumenti per le operazioni di guerra elettronica (Ew) e alle operazioni cibernetiche. Per l’Esercito, il Dipartimento della Difesa prevede 6,5 milioni di dollari per l’Institute of Creative Technologies, il laboratorio di ricerca situato presso la University of Southern California. L’obiettivo è “supportare l’Esercito nel training e nella prontezza attraverso la ricerca in simulazioni, realtà virtuale, intelligenza artificiale”. Ma per l’US Army si prevedono anche altri 6 milioni di dollari per le tecnologie di addestramento medico che utilizzano algoritmi di IA per rendere più realistico il training in ogni suo aspetto, con simulazioni tridimensionali e tecnologie di live training.


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