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Ecco come si districa Berlusconi fra magistrati e Grillo

Non sono previsti giorni facili nell’agenda di Silvio Berlusconi. Da un lato, infatti, l’ex premier deve fare i conti con la causa di divorzio dalla sua ex moglie che fra qualche settimana sarà discussa davanti alla Corte d’appello di Milano. Dall’altro, invece, e più precisamente sul piano politico, sembra sempre più vicino il momento di una regolamentazione del conflitto di interessi, che coinvolge anzitutto il presidente del Popolo della Libertà nelle intenzioni del Pd.

La causa con Veronica Lario

Il quotidiano La Stampa questa mattina ha riportato in anteprima la notizia del ricorso in appello, presentato dai legali di Berlusconi, contro la causa di divorzio dalla ex moglie Veronica Lario. Definendola una decisione abnorme e “fuori da ogni logica” gli avvocati di Berlusconi, scrive La Stampa, sono tornati all’attacco, decidendo appunto di depositare l’appello contro la sentenza di separazione. La sentenza condannava il Cavaliere a pagare alla sua ex moglie 100mila euro al giorno per complessivi 36 milioni all’anno per garantirle “un tenore di vita analogo a quello goduto durante la convivenza”. In cambio Veronica rinunciava alla villa di Macherio, del valore stimato di 78 milioni di euro. Una sentenza su cui ancora una volta i due ex coniugi Berlusconi hanno cercato, fallendo di nuovo.

Nelle prossime settimane, presumibilmente ad aprile, si terrà la prima udienza davanti ai giudici della Corte d’appello civile di Milano, che decideranno sull’eventuale sospensione del provvedimento di primo grado e quindi anche sul versamento degli alimenti. A questa ne seguirà una seconda, che giudicherà sugli elementi di merito. Due udienze che si terranno, queste sembrano le intenzioni della Corte, nel più stretto riserbo e nelle quali i due ex coniugi possono scegliere di essere presenti per un ennesimo faccia a faccia.

Il conflitto di interessi

I problemi per il Cavaliere però non finiscono qui. In Parlamento infatti sta per cominciare la partita sul conflitto di interessi. Che ci sia un governo guidato dal segretario del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani, o un esecutivo di tecnici, tra i punti in agenda ci sarà la nuova definizione delle cause di ineleggibilità e incompatibilità.

Una questione che dovrebbe costituire la base per l’alleanza programmatica tra il Partito Democratico e le altre forze parlamentari, Movimento 5 Stelle su tutte. Lo ribadisce anche oggi il capogruppo del movimento di Beppe Grillo al Senato, Vito Crimi, che sulla sua pagina Facebook scrive: “Iniziamo con la fase propositiva: ineleggibilità di Berlusconi, tagli alla casta dei partiti per riversarli a coprire i tagli fatti nel sociale, interventi per le piccole e medie imprese – ha spiegato -. Noi ci siamo. Gli altri sono pronti? Il nostro ufficio legislativo sta già lavorando”.

E proprio ieri, i democratici hanno lanciato online la loro proposta sulla questione del conflitto di interessi, argomento di scontro con il Pdl. Secondo Berlusconi “la vera priorità è far ripartire il Paese, l’economia e aiutare le imprese, non il conflitto di interessi, tra l’altro una legge c’è già”, ha detto il Cavaliere parlando al gruppo del Popolo della Libertà del Senato.



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