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I primi cinque anni del Papa social (e rock)

Da quando è stato eletto il 13 marzo del 2013, Papa Francesco è stato copertina delle più varie riviste internazionali. Dalla pubblicazione maschile Esquire al Time, il pontefice è stato fonte d’ispirazione anche per Vanity Fair, Rolling Stones, New Yorker e persino la pubblicazione per i diritti degli omosessuali The Advocate. La rivista finanziaria Forbes lo considera una delle persone più potenti del mondo. Il Santo Padre è anche il soggetto principale di Il mio Papa, un magazine che racconta la settimana di Papa Francesco e i messaggi di cambiamento che caratterizzano il suo Pontificato.

SUL PICCOLO E GRANDE SCHERMO

Così, sono molti anche i libri che trattano la sua vita e i messaggi, ma anche i film e le serie televisive. Il famoso regista tedesco Wim Wenders sta girando un documentario intitolato “Pope Francis. A man of his word” che parlerà di immigrazione, giustizia sociale, ambientalismo e consumismo. Il documentario “Francesco: il Papa di tutti” si centra sull’arcivescovo Jorge Mario Bergoglio mentre su Netflix è disponibile il telefilm “Chiamatemi Francisco”.

PAPA 3.0, L’USO DEI SOCIAL

Anche a distanza di un anno dal suo arrivo in Vaticano, Papa Francesco è diventato trending topic in rete. Nel 2014 aveva una media di 1,7 milioni di ricerche su Google e più di 49 milioni di menzioni su internet, secondo lo studio realizzato per l’informazione cattolica da Aleteia.org.

Francesco è senza dubbio un Papa 3.0. Ha una pagina Facebook e attivissimi account Instagram e Twitter. “Grazie a tutti voi, follower di @Pontifex, che oggi compie cinque anni. Che i social network abbiano spazi ricchi di umanità!”, ha scritto Papa Francesco su Twitter. L’account, aperto il 12 dicembre del 2012, quando in Vaticano c’era ancora Papa Benedetto XVI, ha preso il sopravvento con Francesco. Oggi pubblica in nove lingue e ha 40 milioni di follower.

IL CANALE WABOT-PAPA FRANCESCO

Per alcuni mesi dopo la sua elezione, il pontefice ha risposto con telefonate sul cellulare alle persone che gli scrivevano delle lettere. Recentemente ha anche aperto un canale su WhatsApp per interagire con i fedeli. Si chiama Wabot-Papa Francesco ed è un sistema di conversazione intelligente automatizzato per informarsi con video, audio, foto e documenti su cosa sta facendo Francesco.

IL SUCCESSO “WAKE UP! GO! GO! FORWARD!”

Il primo lavoro di Papa Francesco è stato da addetto alle pulizie in una fabbrica di calzini. Aveva 13 anni e suo padre lo aveva inviato alla ricerca di un impiego. “Il lavoro è stata una delle cose che mi ha fatto più bene nella vita”, ha confessato Bergoglio a Sergio Rubin e Francesca Ambrogetti nella sua biografia “Il Gesuita”. Poi, è stato impiegato in un negozio di fiori per pulire i pavimenti, ha fatto da cavia in un laboratorio chimico e ha anche lavorato come buttafuori in una discoteca.

Forse per questo Papa Francesco ha avuto tanto successo nelle classifiche di musica cristiana e musica gospel di iTunes con il sigle “Wake up! Go! Go! Forward!”. Non è la prima volta che un pontefice si addentra nel terreno musicale (lo fecero Giovanni Paolo II con “Abbà patter” e Benedetto XVI con “Alma mater”). La peculiarità di Bergoglio, però, è la melodia rock. Un po’ come lo stesso Francesco.



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