Leggo che Calenda ha criticato il Jobsact affermando che è carente nella parte relativa agli ammortizzatori sociali. Mi fa piacere che lo dica qualcuno che non ha mai fatto parte di una minoranza PD, perché questo aspetto, grave, come è stato osservato più volte, è stato ignorato dalla maggioranza di allora e da Renzi stesso, che invece di essere aperto al confronto e all’ascolto, cosa fondamentale per un buon leader, ha preferito martellare chi non la pensava come lui a suon di GUFI.
Se le cose fossero state fatte meglio, oggi, forse la situazione sarebbe ben diversa. Il Jobsact, infatti, è una riforma che ha flessibilizzato ancora di più e quindi precarizzato il mercato del lavoro. Con forme contrattuali indeterminate solo nel nome, poco nei fatti. Una riforma che scimmiottava quella di Schroeder del 2005, peccato che sia mancata completamente la parte “sociale”. Cosa che, invece, malgrado tutto, la riforma dell’Agenda 2010 aveva e tutt’ora ha.
Iniziano ad emergere le contraddizioni. Forse dire GUFO era dopotutto esattamente ciò che dicevamo: una mera strategia di delegittimazione per evitare di scendere nel concreto e affrontare i problemi.