Le grandi manovre di Bersani devono fare i conti con i numeri. Ecco la mappa dei deputati e senatori su cui il segretario può al momento contare per realizzare il suo progetto.
I voti sicuri al Senato per ora sono 123. Poi nel Pd sono convinti che il premier pre-incaricato Pierluigi Bersani possa fare affidamento anche sui 21 senatori di Scelta Civica che lo porterebbero a 144, ovvero a 15 voti soltanto da quota 159, la maggioranza minima dell’Assemblea di Palazzo Madama composta da 319 senatori (315 più i quattro senatori a vita).
I voti sicuri di Bersani
I voti sicuri del segretario dei Democratici sono i 105 del Pd (tolto il presidente del Senato, Pietro Grasso, che non vota), 10 dal gruppo Misto (7 di Sel più Stefania Pezzopane, Emilia Grazia De Biasi, Renato Guerino Turano mentre esclusi dal computo sono i voti degli altri due componenti del Misto, la senatrice ex M5S Giovanna Mangili e il senatore a vita Carlo Azeglio Ciampi) e 8 dal gruppo Per le Autonomie che conta 10 membri ma il voto del senatore a vita Giulio Andreotti è escluso e quello di Emilio Colombo è considerato in bilico.
Come esaudire le richieste di Napolitano
Siamo a quota 123. Il resto dell’Assemblea dove Bersani dovrà trovare i voti mancanti per poter dimostrare al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, di avere una maggioranza certa (cioè almeno 159 voti) è composta dai 21 montiani, dai 53 senatori del Movimento 5 Stelle, dai 16 della Lega, dai 91 del Pdl e dai 10 di Grandi autonomie e libertà, gruppo nato dall’unione di esponenti dell’Mpa, del Pdl e della Lega: “Il motivo per cui siamo nati era dare all’Mpa la possibilità di non restare in un misto dominato da Sel. Loro hanno permesso la nascita del gruppo leghista alla Camera, noi ricambiamo il favore al Senato”, spiega un senatore. Ma se il motivo della nascita del gruppo è strettamente tecnico, non è escluso che possa diventare quello il contenitore per un ‘soccorso verde-azzurro’ al tentativo Bersani: “Vedremo…”.