- Secondo Deloitte in Italia, il 56% degli imprenditori guarda con ottimismo al futuro, ma dovrà destreggiarsi in un clima di incertezza
- Il 36% dei dirigenti italiani si aspetta di aumentare i dipendenti a tempo pieno nel 2018
- M&A, occhio al rimbalzo: in Italia un terzo delle aziende intervistate pensa di definire un’operazione di acquisizione di altre aziende, mentre, il 26% si aspetta di essere oggetto di acquisizione
- Unica caso aziendale italiano proposto quello della Tecno
Ogni giorno le aziende del Mid Market evolvono in molteplici modi e assumono decisioni strategiche impegnative che incideranno definitivamente sul loro successo o fallimento. Collettivamente, queste aziende sono un motore di crescita per le economie in ogni parte del mondo. A testimonianza dell’attenzione verso questo segmento cruciale Deloitte ha condotto l’indagine “Prospettive globali per le aziende del Mid Market. Piani, priorità e aspettative”, la prima su scala globale interamente dedicata alle medie imprese con l’obiettivo di monitorare i piani, le priorità e le aspettative di quasi 1.900 leader di aziende di medie dimensioni in 30 paesi. A livello nazionale l’indagine ha visto coinvolte 100 aziende, delle quali il 31% a matrice familiare, appartenenti ai più svariati settori industriali. La maggior parte delle aziende intervistate appartengono a quello che viene comunemente definito il settore del Mid Market, definito da Deloitte come il segmento delle aziende Private. Deloitte include in tale definizione le Piccole e Medie Imprese (“PMI”) e tutte quelle imprese che pur non essendo PMI ne posseggono i requisiti qualitativi (struttura proprietaria e di governance, mercati di riferimento, modelli organizzativi e manageriali).
Unico caso aziendale italiano proposto dallo studio quello della Tecno (segue la scheda).
Aziende italiane tra ottimismo e incertezza
Dallo studio emerge come circa due terzi dei dirigenti a livello globale si dichiari ottimista riguardo al successo della propria azienda nei prossimi 24 mesi. In Italia, il 56% degli intervistati guarda con ottimismo al futuro. Una delle chiavi di lettura sembra essere lo stato di salute dell’economia globale: nel nostro Paese, come nel resto del mondo, ci si aspetta una crescita dei ricavi, degli utili, della produttività e degli investimenti di capitale nell’anno a venire.
“L’economia globale sta sperimentando un livello di raro allineamento economico, con le aspettative dei vari paesi, per la prima volta da anni, sempre più in sintonia” commenta Ernesto Lanzillo, Deloitte Private Leader Italia. “La maggior parte delle economie globali sono stabili o in accelerazione e le aziende sono tutte inserite in tale dinamica, rispecchiando il miglioramento delle condizioni economiche nei mercati in cui operano. Le aziende esposte all’economia globale vedono anche un rafforzamento nelle loro vendite internazionali”.
Pur dichiarandosi fiduciosa nel successo della propria azienda nei prossimi due anni, la maggior parte dei dirigenti del nostro Paese rileva ancora un clima di elevata incertezza, che nel 47% dei casi risulta immutato rispetto a un anno fa. Permangono, infatti, una serie di fattori di vulnerabilità: le prossime elezioni politiche (lo pensa il 32% dei dirigenti di piccole e medie imprese italiane) che rischiano di frenare la crescita nei prossimi mesi, qualora il voto dovesse portare a coalizioni incapaci di governare o all’impossibilità tecnica di nominare un esecutivo forte; i valori dei crediti deteriorati del sistema bancario italiano che, seppur in netta diminuzione, risultano essere tra i peggiori in Europa; il quadro regolamentare percepito ancora come altamente sfidante.
“È interessante notare come gli intervistati abbiano espresso sia un alto livello di ottimismo che di incertezza” commenta Lanzillo. “Tuttavia gli imprenditori italiani sono abituati a lavorare in un contesto incerto e le aziende sono in grado di essere più agili e hanno la capacità di operare in una prospettiva a più lungo termine”.
Un imprenditore italiano su tre è a caccia di talenti
L’indagine Deloitte evidenzia come i talenti siano ancora un presupposto fondamentale per la crescita delle aziende del Mid Market. Il 45% dei dirigenti intervistati si aspetta di aumentare i dipendenti a tempo pieno nell’anno a venire, a dimostrazione del fatto che le persone sono ancora fondamentali per molte funzioni aziendali. In Italia, tale tendenza, sebbene meno marcata rispetto agli altri paesi, riguarda comunque un leader su tre (36%). Il quadro dipinto dallo studio mostra due marcate tendenze, entrambe innescate dalla ripresa della crescita globale: il bisogno di assumere nuovi lavoratori per far fronte alla crescente domanda, e una sempre più intensa battaglia per aggiudicarsi le prestazioni di lavoratori qualificati, in costante diminuzione numerica.
“In questo contesto, le aziende più piccole potrebbero apparire in certa misura svantaggiate a causa della mancanza di riconoscimento del marchio su cui possono contare i loro rivali più grandi e, inoltre, spesso non sono concentrate nelle grandi aree metropolitane che esercitano una forte attrattiva sui giovani lavoratori” commenta Lanzillo. “Tuttavia, queste aziende offrono benefici alle persone in cerca di lavoro che le grandi aziende non sono in grado di offrire come, ad esempio, un miglior equilibrio tra vita lavorativa e privata o una maggiore disponibilità al confronto da parte dei dirigenti e delle proprietà”.
M&A: occhio all’effetto rimbalzo
Negli ultimi anni le aziende globali si sono fortemente concentrate sulla crescita della propria attività, ma molte hanno preferito farlo in maniera organica piuttosto che acquisire altre aziende o fondersi con esse. Meno di un terzo (29%) dei leader di aziende dichiara che la propria impresa ha portato a termine una fusione o acquisizione negli ultimi 12 mesi; in Italia, invece, tale percentuale si attesta su un livello significativamente più basso, il 18%. Ma potrebbe esserci un rimbalzo in vista. A livello globale, infatti, il 42% degli intervistati ritiene probabile o molto probabile l’acquisizione di altre aziende nei prossimi 12 mesi; in Italia è invece un terzo degli intervistati (33%) a dichiarare che porterà a termine nell’arco del prossimo anno un’operazione di acquisizione di altre aziende, mentre, il 26% – sia a livello globale che nazionale – si aspetta di essere oggetto di un’acquisizione.
Trasformazione digitale
La digitalizzazione può indebolire i modelli aziendali esistenti e nessun settore è immune. Se lo aspettano i leader delle medie imprese su scala globale; il 48%, in particolare, pensa che la propria azienda verrà destabilizzata da un concorrente di tipo non tradizionale nel corso dei prossimi 2-3 anni, quota che scende al 38% in Italia: ciò potrebbe derivare da una maggiore conoscenza delle tecnologie emergenti oppure da una minore consapevolezza e minor presidio delle opportunità che queste tecnologie sono capaci di offrire, anche a player non tradizionali. “Le similitudini che presentano collettivamente le aziende non si spiegano soltanto con il ciclo economico” afferma Lanzillo. “Piuttosto, i risultati dell’indagine confermano come le aziende siano più interconnesse che mai, grazie a trend quali la globalizzazione e la digitalizzazione”.
Segue l’analisi su Tecno:
Tecno. Risparmio energetico e sostenibilità ambientale in chiave Industry 4.0
Aiutiamo l’imprenditore a essere concentrato sul suo business. Il nostro compito come Control Energy Manager è quello di analizzare, ottimizzare e annullare le criticità in campo energetico.
Giovanni Lombardi
Fondatore e presidente Tecno
Affiancare le aziende nell’analisi dei costi energetici, nella definizione degli strumenti per il monitoraggio dei consumi, grazie ad un bouquet di prodotti, hardware e software brevettati, che permettono di far emergere gli interventi di efficientamento energetico da realizzare per essere più competitivi: è questa la mission di Tecno, gruppo industriale che ha lanciato in Italia il servizio di Control Energy Management e che conta oltre 2500 aziende clienti in tutti i settori industriali.
L’azienda, fondata nel 1999 dall’imprenditore Giovanni Lombardi, è leader nei servizi alle imprese per il risparmio energetico e la sostenibilità ambientale in chiave di Industria 4.0, ha sedi in Italia a Milano, Bologna e Napoli e all’estero a Berlino e Parigi.
Nel 2005 Tecno ha creato la divisione dedicata alla realizzazione di interventi di efficientamento energetico ed è stata una delle prime aziende italiane a conseguire la qualifica di ESCo – Energy Service Company – accreditandosi presso l’AEEG (Autorità Energia Elettrica e Gas), per certificare gli interventi energetici.
Grazie al piano industriale lanciato nel 2006 l’azienda ha iniziato, con il costante investimento in ricerca e sviluppo, a brevettare sistemi di monitoraggio sia per l’energia che per gli idrocarburi.
Dal 2011 il gruppo ha ampliato il bouquet di prodotti con piattaforme software a supporto dei sistemi di analisi energetiche, anche tramite partnership e all’acquisizione di StartUp.
Da qui è nata nel 2016 la divisione Grandi Clienti che mette a disposizione non dei semplici Energy Manager, ma dei Control Energy Manager che in real time allertano le aziende quando i benchmark di riferimento per il settore, definiti dopo un’accurata analisi con l’azienda, vengono superati.
“Con il nostro team di “Control Energy Manager”- dichiara Lombardi- accompagniamo i clienti nelle diverse fasi, da quella preliminare,quando gli esperti valutano e quantificano il risparmio ottenibile, a quelle successive, quando si procede all’elaborazione della strategia o dell’intervento tecnologico da adottare.”
A fine del 2017 per supportare il suo piano di crescita ha lanciato il progetto “Talents”, che prevede la selezione di più di 120 figure professionali previste per il prossimo biennio.
“La ricerca di 120 figure su un arco temporale di 24 mesi potrebbe sembrare ardita per un’azienda partita nel 1999 con 3 dipendenti, ma bisogna tener conto che i nostri prodotti sono altamente scalabili e i mercati esteri crescono rapidamente; inoltre le soluzioni tecnologiche del nostro Paese hanno successo all’estero e spesso non sono seconde a nessuno.
Il vero fattore da non sottovalutare è la “rivoluzione digitale”, che ha “destrutturato” tutti i settori, compreso quello dell’energia, e creato enormi opportunità di business. Questa rivoluzione ha permesso di “innovare” il nostro ambito di consulenza, integrando le precedenti competenze tecnico/ingegneristiche con quelle digitali.
Da qui la nostra richiesta di 30 informatici/programmatori, oltre a specialisti Social Media Manager sia italiani che esteri: come già capitato in molti ambiti produttivi, la domanda si è spostata dall’hardware a soluzioni software.
La sfida ci impone di avere una squadra di professionisti nei principali paesi strategici, soprattutto country manager che sviluppino progetti diversi a secondo del tessuto economico e socioculturale incontrato.
In breve la rivoluzione digitale 4.0 è solo all’inizio, e tutti noi ne siamo già coinvolti; la formazione sull’innovazione da sporadica avrà un ruolo sempre più importante per il successo di un’azienda.
Mensilmente in azienda sono previste almeno 12 ore di formazione su tecnologie o casi aziendali specifici; inoltre questa formazione viene accompagnata da periodici incontri sul campo, almeno 4 al mese, presso le aziende clienti e partner ” .