leggo: “il caos è la negazione dell’essenza dell’europa: lo spirito ellenico infatti ha combattuto, nel pensiero e nell’azione, per trasformare il caos in cosmos (…). l’ideale della proporzione, nato da quel titanico sforzo, è stato per due millenni il principale tra i canoni europei, nella conoscenza come nell’etica, nell’arte come nella politica (…). proporzione è rapporto ordinato, equilibrio fra singolarità e assoluto, ma anche tensione verso la perfezione, bilanciamento fra immanenza e trascendenza, ricerca della verità senza concessioni alla convenienza e, quindi, a ogni costo, anche quello del sacrifico, ricerca della libertà senza cadere nell’anarchia, nella demagogia o nella dittatura, rispetto della tradizione e senso dell’autorità” (r. cristin, i padroni del caos, liberilibri, 2017). leggo e rileggo e mi chiedo: ma quando l’eguaglianza è divenuta in-differenziazione, con la pretesa non di riconoscere i medesimi diritti ed opportunità ma di rendere identiche le persone, dopo il caos c’è il ni-ente?
Dalla proporzione all’eguaglianza, il caos dell’Europa
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