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Innovare la pubblica amministrazione? È possibile, con una orchestra

Di Stefano Devescovi e Domenico Pugliese
Pubblica amministrazione

“In Italia l’innovazione si fa da soli”: così scrive l’Istat (Rapporto sulla conoscenza, 2018) quando dichiara che solo il 19,8% delle imprese innovatrici ha attivato forme di cooperazione con altri soggetti, contro un terzo della media europea. E anche se questa affermazione riguarda il mondo delle aziende, il problema di come abilitare l’innovazione interessa, in realtà, tutti i settori.

Come spiegare, altrimenti, l’andamento a macchia di leopardo dell’innovazione in Italia, con tante eccellenze, ma anche molti ritardi e difficoltà nel mettere a sistema le esperienze più significative? Evidentemente l’innovazione non si può fare da soli. Soprattutto non si può farla da soli se l’obiettivo non è quello di migliorare un prodotto ma è quello di rilanciare un Paese. In questo caso essa richiede molto di più: richiede leadership e partecipazione attorno a una visione di trasformazione di cui tutti beneficeranno ma che nessuno può realizzare da solo.

Il Piano triennale per l’Informatica nella Pubblica amministrazione, in questo contesto, gioca un ruolo-chiave, poiché non contiene solo linee-guida, ma introduce anche importanti elementi di apertura che appaiono destinati a trasformare la Pa in uno dei più grandi snodi infrastrutturali del Paese. Occorre, però, fare in modo che il mondo dell’offerta possa allinearsi a quell’azione di accompagnamento, armonizzazione e accelerazione (3A) che l’AgID ha indicato come la vera partita da giocare per una corretta implementazione del Piano.

Nel caso del percorso di razionalizzazione dei data center verso il cloud, ad esempio, alla strategia delle 3A, il mercato deve riuscire a rispondere con un approccio altrettanto strutturato, per contrastare la frammentazione e favorire la convergenza. La soluzione potrebbe essere quella di organizzare l’offerta lungo tre direttrici, coerenti alle 3A di AgID, ma declinata secondo il punto di vista delle imprese, distinguendo tra servizi per abilitare i data center interessati a diventare poli strategici, quelli per favorire l’adesione delle amministrazioni e quelli per stimolare l’ampliamento e la crescita.

Può sembrare banale, ma per modernizzare la Pa occorre mettere in sintonia domanda e offerta di innovazione attorno a una visione comune. Proprio come in un’orchestra, dove il direttore chiama con un gesto i musicisti a suonare, e ognuno risponde con il suo talento e la sua capacità.


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