Grazie all’autorizzazione dell’editore e dell’autore, pubblichiamo il commento di Edoardo Narduzzi comparso sul quotidiano Italia Oggi diretto da Pierluigi Magnaschi
Lo Tsunami tour ha iniziato a produrre i primi cambiamenti nella vita politica italiana. Alla regione Lazio, dove lo scorso autunno tutto o quasi iniziò con lo scandalo degli auto bonifici dei consiglieri capogruppo Franco Fiorito e Vincenzo Maruccio, il nuovo governatore ha appena varato una giunta che sarebbe stata impensabile, nella sua composizione, nell’era pregrillina. Meno assessori, solo 10, erano il 30% in più con la Polverini che ne aveva nominati 13; nessun assessore con doppio incarico di consigliere, quindi tutti esterni; maggioranza di assessori donne; molti tecnici di qualità, come Alessandra Sartore dirigente del Mef che gestirà il Bilancio; prima riunione di giunta senza auto blu.
I debiti del Lazio
Una classe politica normalmente dotata avrebbe potuto prendere queste decisioni senza la spinta del M5S, ma questa analisi già appartiene alla storia. Mentre ora quello che interessa osservare è fino a dove, in termini di risultati e di cambiamenti riformisti ottenuti, riuscirà a spingersi l’onda d’urto grillina nel riformare la peggiore regione d’Italia, quella che da sola detiene il 68% del totale del debito sanitario accumulato dall’intera Repubblica italiana. Uno stock di debito pari a 12 miliardi di euro, quasi un punto di Pil italiano, e una gestione corrente che genera ancora circa 600 milioni di euro all’anno di disavanzo (ma i dati saranno veri? Il Lazio certifica i bilanci delle sue Asl con anni di ritardo e non dispone di un sistema di controllo di gestione regionale degno di una capitale del G7, ndr) che ogni anno va ad accrescere il debito storico. Un’amministrazione lontana anni luce dalla media della qualità amministrativa dell’Eurozona, nonostante le molte addizionali fiscali che i cittadini e le imprese laziali pagano da anni.
I costi della politica
Il lavoro riformista di Zingaretti è appena iniziato e bene faranno i grillini a tenere il fiato sul collo della giunta di questa Regione emblema dell’Italia da modernizzare. Diverse decine di dirigenti regionali ancora costano ai cittadini laziali il 30% in più all’anno di quanto non paghino quelli statunitensi per il governatore della Fed. Il costo di ogni singolo consigliere supera ancora oggi quello medio annuo della quasi totalità dei parlamentari degli altri stati europei. Bassa qualità dei servizi ma alti costi di funzionamento, l’anticamera del default.
La via (obbligata) di Zingaretti
Con le elezioni comunali romane in arrivo e con il camper dello Tsunami tour in marcia verso le piazze della periferia, dal Trullo alla Magliana, dalla Bufalotta a Centocelle, o Zingaretti continua con passo veloce a riformare oppure non ci saranno oche starnazzanti a impedire la presa del Campidoglio da parte del M5S.