Al di là delle schermaglie dialettiche tra Pierluigi Bersani e la delegazione del Movimento 5 Stelle, e sulle formule politiche per tentare un governo di minoranza perseguito dal segretario del Pd, nell’incontro fra Bersani e i 5 Stelle è stata pronunciata una frase che è destinata a segnare una svolta nei rapporti fra politica e sindacati.
La frase rivoluzionaria
“Noi non incontriamo le parti sociali, perché siamo quelle parti sociali”. L’ha detto Roberta Lombardi, capogruppo M5s alla Camera dei deputati, replicando al segretario del Pd che aveva sottolineato gli incontri avuti con le associazioni delle aziende e con i sindacati dei lavoratori.
Non solo metodo
Non è solo una critica di metodo quella di Lombardi. I grillini non contestano, se si comprendono bene le parole del capogruppo a Montecitorio, le procedure secondo cui bisogna consultare le organizzazioni sindacali prima di assumere decisioni politicamente ed economicamente rilevanti.
Vade retro concertazione
Non si biasima quindi soltanto la concertazione come rito. Si dice di più: noi Movimento 5 Stelle non consultiamo le parti sociali perché siamo i rappresentanti delle parti sociali. Ovvero: i nostri programmi sono il frutto delle istanze e delle aspettative di cittadini, consumatori, risparmiatori, aziende, lavoratori autonomi e dipendenti.
Le parole di Grillo
E’ il corollario di quella che poteva essere soltanto una battuta pronunciata da Beppe Grillo nel comizio di chiusura a Roma della campagna elettorale. Il comico genovese e leader del Movimento 5 Stelle aveva detto: “Sono venuti da me i notai per sapere che cosa proponiamo per le professioni; gli ho risposto che il programma è già bello e chiaro, e comunque se vogliono partecipare al programma si possono iscrivere al movimento”.
Conclusione
Insomma: non chiedermi quello che io posso fare per te, dimmi tu quello che puoi fare per noi. La sintesi è eccessiva, ma le parole della grillina devono indurre a riflettere perché sono foriere di conseguenze politiche e istituzionali. Oltre che segno di un ulteriore declino del ruolo “politico” delle confederazioni degli imprenditori e dei lavoratori.
Conclusione: il movimento si fa partito e riassume racchiude tutte le dinamiche del popolo. Suggestivo, lo zio Lenin sarebbe stato entusiasta, ha chiosato il blogger Mario Seminerio.
Parliamone.