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Perché l’anniversario dello Stato di Israele non è una festa solo per gli ebrei

Di Daniel Funaro
Israele legge

Festeggiare Israele e il suo 70 anniversario della sua Indipendenza qui a Roma, nel Portico D’Ottavia luogo simbolo dell’ebraismo romano. Una scelta voluta per coinvolgere tutti nel significato più profondo della festa di questo straordinario Stato.

Israele rappresenta qualcosa di più che un avamposto di civiltà in un’area dove la democrazia non esiste e i diritti sono quotidianamente calpestati: un modello da cui trarre esempio. La storia di uno Stato che ha saputo, sin dal giorno in cui è nato, resistere al tentativo dei suoi nemici di annientarlo. Resistere a chi riteneva che gli ebrei non dovessero avere un posto nel mondo.

Eppure, ai primi pionieri giunti in Israele sulla spinta ideologica del movimento sionistico guidato da Teodoro Herzl, la promessa di D-o di destinare al popolo ebraico una terrà stillante latte e miele non apparve così profetica quando trovarono una terra arida e desertica che non dava frutti. La storia di oggi è nota e quelle terre dove prima c’era solo sabbia, sono oggi il luogo in cui l’innovazione israeliana prospera e l’economia del paese cresce.

L’anniversario dell’Indipendenza dello Stato d’Israele non è una festa solamente per gli ebrei, ma per chi crede nella libertà e nei valori democratici. Se oggi, nonostante in Francia una sopravvissuta alla Shoah viene torturata e bruciata viva o in Germania due ragazzi con la kippah vengono aggrediti, gli ebrei posso guardare con ottimismo al futuro è perché Israele esiste e rappresenta la garanzia che ciò che è stato non riaccadrà più. Per questo segnatevi questo compleanno con la matita rossa sul calendario, insieme a quella del Giorno della Memoria del 27 gennaio. In quest’ultima data ricordiamo ciò che non dobbiamo essere, nell’anniversario dello Stato d’Israele ci ricordiamo ciò che vogliamo diventare: una democrazia forte che difende i valori di libertà che animano la nostra identità.

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