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Se gli Stati Uniti rispolverano l’idea di uno Space Corp per le attività militari nello spazio

Pentagono

Tra i temi più dibattuti tra Casa Bianca, Pentagono e Congresso, c’è sicuramente l’ipotesi di creare uno Space Corp, un struttura militare autonoma e specificatamente dedicata alle attività spaziali. L’amministrazione Trump ha più volte proposto l’idea, ottenendo un supporto bipartisan da diversi membri del Congresso, ma incontrando l’opposizione delle strutture militari esistenti, in particolare del dipartimento dell’Air Force. A Capitol Hill però sembrano decisi a sostenere l’idea, e dal Senato è arrivata la nuova proposta: uno Space Command alle dipendenze del Comando strategico Usa, uno dei nove comandi unificati degli Stati Uniti.

LA MILITARIZZAZIONE DELLO SPAZIO

Lo spazio è d’altronde stato indicato dalla National security strategy (Nss), che il presidente Donald Trump ha presentato prima di Natale, come un dominio destinato a divenire sempre più rilevante nelle questioni militari. La dipendenza delle attività terrestri dai sistemi satellitari e la vulnerabilità delle architetture strategiche che si trovano oltre l’atmosfera richiedono un attenzione specifica. A maggior ragione se i Paesi indicati come principali competitor, Cina e Russia, stanno sviluppando tecnologie finalizzate a colpire gli assetti satellitari. E così, qualche settimana fa, il presidente Donald Trump ha descritto il progetto di uno Space Corp come “una buona idea”, immaginando di creare un dipartimento ad hoc slegato dagli altri dipartimenti delle Forze armate.

UN LUNGO DIBATTITO

In realtà, il progetto originario prevede la creazione di un Corpo interno alla US Air Force, ma dotato di un’autonomia paragonabile a quella di cui gode il Corpo dei Marine, formalmente dipendente dalla US Navy. Su tale ipotesi si era schierato contrariamente il Pentagono, che insieme all’Aeronautica ha sempre prediletto un atteggiamento più cauto in merito alla creazione di una nuova struttura. Tale impostazione ha prevalso nel National defense autorization act (Ndaa) relativo al 2018, in cui addirittura si vieta esplicitamente la creazione di un Corpo Spaziale.

LA NUOVA PROPOSTA

I sostenitori dello Space Corp non si sono però arresi. All’interno della sezione di propria competenza per il defense policy bill 2019, la sottocommissione Strategic Forces del Senato americano propone l’US Space Command, un comando dunque, e non un corpo, che opererebbe alle dipendenza dell’US Strategic Command. La proposta arriva in particolare dal senatore repubblicano Mike Rogers e dal collega democratico Jim Cooper, i due influenti parlamentari da sempre favorevoli all’istituzione di un Corpo spaziale pienamente indipendente. Ora, i due sembrano abbracciare una strategia differente, improntata alla cautela, nella speranza di realizzare un primo passo verso l’ambito Space Corp. “Non credo che i membri del Senato siano tornati indietro sul tema; penso piuttosto che il presidente Trump si è espresso a favore di una forza spaziale indipendente e che i senatori siano ancora focalizzati su questo”, ha spiegato alla stampa americana un membro dello staff del sottocomitato. “Credo che i senatori abbiano capito che niente accade dal nulla”, ha aggiunto. Nessun passo indietro da Rogers e Cooper quindi, ma piuttosto il tentativo di procedere progressivamente al fine di superare i veti posti dalle strutture militari esistenti.

LE CARETTERISTICHE DELL’US SPACE COMMAND

Secondo la nuova proposta, all’interno dell’US Space Command confluirebbe tutto il personale, attivo e di riserva, che si occupa di spazio, compresi coloro che già operano nell’Air Force per operazioni di combattimento spaziale, le wings, gli squadroni e i gruppi che attualmente si trovano sotto altri comandi. Il nuovo comando, che ripristinerebbe l’US Space command attivo dal 1985 al 2002 (quando confluì nell’UsStratCom) si occuperebbe non solo dei combattimenti, ma anche dei requisiti, dell’addestramento, delle tattiche e della dottrina destinata a tutte le componenti delle Forze armate americane. Il comandante, si legge nel bill, sarebbe responsabile di “assicurare la prontezza al combattimento delle forze assegnate al comando spaziale”. Nonostante la proposta debba seguire un lungo iter prima di trovare spazio nell’Ndaa del 2019, la formula potrebbe essere quella giusta per un potenziamento richiesto da tutti. Russia e Cina, d’altronde, non sembrano disposte ad aspettare il dibattito americano.


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