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Aerospazio, il rilancio di Dema passa dagli Emirati. L’accordo con Strata

Da Napoli ad Abu Dhabi il passo è breve. E così Dema Spa, la società guidata da Vincenzo Starace e attiva nel settore aerospaziale dal 1993, ha siglato un accordo di collaborazione con l’emiratina Strata, specializzata in aerostrutture innovative in materiale composito, interamente controllata dal fondo Mubadala. Per l’azienda napoletana, l’intesa apre nuove opportunità di sviluppo dopo il risanamento approntato lo scorso novembre con l’intervento del fondo inglese Bybrook Capital e dalla banca d’affari americana Morgan Stanley, con la previsione di un fatturato di 65 milioni di euro per il 2018

LA FIRMA AD ABU DHABI

La notizia dell’accordo è arrivata dall’Abu Dhabi Global Aerospace Summit, l’evento che per due giorni ha riunito negli Emirati Arabi “i mille leader mondiali” del settore aerospaziale e difesa. A firmare l’intesa sono stati i due amministratori delegati, Ismail Ali Abdulla per Strata e Vincenzo Starace per Dema. In particolare, l’accordo di cooperazione consentirà alle due società di creare un piano d’azione per permettere ad entrambe di trasferire conoscenze e scambiare servizi di produzione, in linea con la strategia di Strata di espandere la supply chain nell’industria aerospaziale globale. Tra l’altro, durante il Summit di Abu Dhabi, l’azienda emiratina si è aggiudicata dal colosso americano Boeing un contratto per la produzione di elementi strutturali dell’impennaggio del 777X. Si tratta della quarta commessa dal 2013 dopo gli accordi per la produzione degli stessi elementi su 777 e di altri componenti per il 787 Dreamliner.

LE PAROLE DEI MANAGER

“Il settore aerospaziale è considerato uno dei settori più complessi e globalizzati del mondo; stabilire partnership e stringere solide relazioni con aziende di spicco nel settore aerospaziale gioca un ruolo fondamentale nella solidificazione del nostro sistema di supply chain e nella nostra prossima fase di crescita”, ha spiegato il numero uno di Strata. “Siamo ansiosi – ha aggiunto – di lavorare con Dema Spa e lavoreremo per esplorare anche altre opportunità in linea con le nostre strategie”. L’azienda italiana si è detta d’altronde “molto entusiasta di formalizzare questo accordo di cooperazione con Strata, un’azienda che è cresciuta a tal punto da essere diventata un attore estremamente importante nel settore delle forniture aerospaziali”, ha rimarcato Starace. “L’accordo di collaborazione – ha proseguito il manager – consentirà a entrambe le aziende di crescere insieme e di alimentarsi reciprocamente dei punti di forza per fornire il miglior servizio possibile ai clienti finali su programmi nuovi e futuri”.

LE DUE SOCIETÀ

L’obiettivo della nuova intesa è la promozione delle rispettive capacità produttive nel settore aerospaziale. Per Strata Manufacturing PJSC, esse sono dedicate alla produzione di aerostrutture innovative in composito. Fondata nel 2009, l’azienda ha avviato la produzione nel 2010 costruendo rapporti di partnership con i più importanti costruttori aerei al mondo tra cui Airbus, Boeing e l’italiana Leonardo. Il suo ruolo si inserisce nel più ampio progetto degli Emirati per il potenziamento del settore aerospaziale nazionale. Per Dema, si tratta invece di progettazione, industrializzazione e assemblaggio di strutture aeronautiche complesse, attività che svolge con le proprie sedi di Napoli, Benevento e Brindisi, nonché di Montréal, in Canada (con Dema Aeronautics).

DEMA DALLA CRISI AL RILANCIO

L’azienda guidata da Vincenzo Starace ha esperienza in una vasta gamma di aerostrutture complesse e altamente ingegnerizzate, su una serie di programmi chiave per sia per la difesa, sia per il trasporto passeggeri per i più importanti player, tra cui Leonardo, Boeing, Bombardier e Pratt&Whitney Canada. Il gruppo, che prevede di raggiungere i 65 milioni di euro di fatturato nel 2018, ha un organico di circa 800 dipendenti e produce lavoro per altre 200 persone nell’indotto. In crisi dal 2013, Dema ha avviato il proprio risanamento grazie all’intervento, lo scorso novembre, del fondo inglese Bybrook Capital e dalla banca d’affari americana Morgan Stanley. I due soggetti, il mese successivo, sono stati tra l’altro protagonisti, tramite la newco DCM srl, del salvataggio di GSE, azienda pugliese del settore, fallita a inizio 2017. Le due operazioni, oltre a salvaguardare centinaia di posti di lavoro, hanno disegnato un nuovo polo aerospaziale italiano concentrato nel mezzogiorno.


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