E così il siparietto della politica vecchio stile prosegue. Altro che rivoluzione e innovazione post-moderna. Le dinamiche sembrano sempre le stesse. E tutti poi sono d’accordo.
Nelle parole di Messora (M5S) si legge un velato senso di arroganza (istituzionale) “Ovviamente se avesse assegnato a noi l’incarico per il governo sarebbe stata la scelta ottima, ma la strada scelta è quella che più si avvicina alla soluzione in un momento così difficile“. Chiedere il governo del Paese non essendo partito di maggioranza è un ricatto. Così il Presidente Napolitano riprende in mano le redini del gioco, come accaduto l’anno scorso con Monti.
L’esito di questa vicenda è paradossale.
Il M5S ha spinto fino ad oggi per tornare alle elezioni o per avere un suo proprio governo supportato dagli altri. Dall’ubriacatura del potere e dalle smanie di grandezza, siamo arrivati all’amnesia. Restituire le redini del gioco al Presidente della Repubblica (e meno male che c’è) è lecito e sensato, ma illogico nella prospettiva di chi, fino a qualche giorno fa, era contro “governicchi”, “grandi coalizioni” e per giunta contro ogni genere di “tecnico”.
Il M5S ha gridato nelle piazze per un anno intero contro Monti e il Governo tecnico voluto da Napolitano, ed oggi, proprio grazie a loro, ci troviamo di nuovo in questa situazione. Allora, vogliamo fare pace con noi stessi? Sottoscrivo pienamente quanto scritto sul Fatto Quotidiano da Barbara Collevecchio.
Ci troviamo un bel parlamento spaccato in tre forze quasi equivalenti, dove una di queste è fatta quasi totalmente da “innocenti” della politica, da neofiti. Il problema del neofita, solitamente, come mi ricordava un mio professore in università, è che sono altamente preparati, freschi di studi e pieni di aspettative e quindi più rigidi e severi dei vecchi e navigati professori. In questo caso, invece, mi sembra ci siano tanti finti innovatori e molti automi. Il siparietto stesso dello “streaming” come ricorda Gad Lerner sul suo blog, è solo finta democrazia: uno spettacolo preconfezionato dove vengono dette cose già definite e conosciute, insomma, lo streaming a che pro? Non era una vera discussione, era solo un confermare la linea di Grillo e negare il confronto, ossia l’elemento base della democrazia.
Lombardi e Crimi, che a dispetto delle promesse resteranno ben attaccati alle loro poltrone, non sono i portavoce del movimento e degli eletti, ma il megafono ossequioso delle volontà di Beppe Grillo. Lombardi ormai sembra essersi dimenticata in toto del concetto tanto urlato di democrazia diretta, per quanto irrealizzabile, e i militanti sembrano averlo compreso. Tanto che alcuni dicono “meglio Brunetta della Lombardi“.
Hanno voluto uno stallo istituzionale, che come giustamente evidenziato dalla stessa Lombardi tempo fa, ci costa 400mila euro al giorno (per le sedute del parlamento) e forse anche qualcosa di più; e per cosa? Invece di evitarci spese inutili, questi sprechi si moltiplicano. In questo caso però i difensori del M5S sostengono che non è spreco, ma un investimento per far funzionare la macchina pubblica. Un metro e due misure.
Avrebbero dovuto presentare dei nomi al Presidente della Repubblica per un possibile governo, ma non lo hanno fatto. Perché? Non lo sanno nemmeno loro.
Oggi, invece, plaudono al fatto che Napolitano affiderà il tutto ad un gruppo ristretto di saggi, certamente non under 60, sicuramente vecchie volpi della politica o personaggi esperti, comunque, tecnici insomma, che dovranno trovare punti di convergenza per la maggioranza in Parlamento. Naturalmente questi saggi saranno PD e PDL, non certo M5S. E naturalmente gli accordi saranno presi tra PD e PDL, al ribasso per il PD che non potrà varare importati riforme perché indigeste al PDL e il M5S dove resta? A gridare contro le pareti. Questa è l’idea di governo? L’idea del cambiamento? La rivoluzione senza ghigliottina rischia di diventare una bella Caporetto a cinque stelle almeno alle prossime elezioni, perché il voto dato da ex PDL o da ex PD, faccio fatica a credere che sarà confermato.
A questo punto suggerisco al PD di tirarsi indietro e di riportarci alle urne. L’unico accordo possibile era tra M5S e PD, almeno sulla modifica alla legge elettorale. Adesso, con il PDL di nuovo in ballo, ogni riforma in tal senso sarà impossibile.
Che senso avrebbe oggi, dopo tutto quello che è accaduto negli scorsi mesi, riproporre un governo tecnico, un governo alla olandese o non so cosa? L’esperienza Monti è stata valutata necessaria, ma fallimentare, PDL e M5S hanno fatto una campagna tutta contro i tecnici ed oggi sembrano nuovamente essersene dimenticati.
E parlano di coerenza…