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Ecco il modello olandese che ha ispirato Napolitano

Napolitano si ispira all’Europa, in particolare all’Olanda e alla sua grande coalizione basata sulla condivisione di riforme precise, per portare l’Italia fuori dalla crisi. E rassicura partner internazionali e mercati, ricordando che un governo c’e’, ed e’ quello di Mario Monti.

Che cos’è il modello olandese

Ma che cos’è il modello olandese? Rivali sino alle elezioni, i due principali partiti consacrati dal voto – i liberali del PVV e i laburisti del PvdA – dal giorno dopo hanno lavorato gomito a gomito per stendere un programma preciso di riforme sulla cui base formare un governo, dando un segnale forte all’Europa dopo gli ultimi anni di instabilita’ politica.

L’esecutivo olandese

Il nuovo esecutivo olandese, ancorato all’accordo di coalizione chiamato ‘Costruire ponti’, ha visto cosi’ la luce in un lasso di tempo record per il Paese, quasi la meta’ degli 86 giorni registrati in media negli ultimi 35 anni.

Le diversità con l’Italia
C’e’ pero’ un dato di partenza diverso rispetto all’Italia: il risultato elettorale olandese del 12 settembre 2012 ha fatto emergere un quadro politico piu’ chiaro, dove i partiti populisti ed anti-Ue sia di destra – come il PVV dello xenofobo Geert Wilders – che di sinistra hanno registrato una sonora sconfitta. I liberali dell’attuale premier Mark Rutte e i laburisti di Diederik Samsom hanno raccolto rispettivamente 41 e 38 seggi, che insieme danno la maggioranza assoluta al parlamento dell’Aja, con 79 seggi su 150.

I raffronti con la situazione belga
La situazione italiana ricorda anche quella del Belgio post elezioni 2010, dove i due partiti piu’ votati furono i socialisti francofoni e i nazionalisti populisti fiamminghi della Nva. Un’impasse politica durata un anno e mezzo ed entrata nel Guinness dei primati, ma gestita con successo dal governo uscente di Yves Leterme, che seppe far fronte a conti pubblici, presidenza di turno dell’Ue e missione in Libia. Simile all’Olanda il modo in cui il Belgio sblocco’ la situazione: dopo due mesi di negoziati giorno e notte, sotto la pressione dei mercati, venne stilato un dettagliato programma di governo di 200 pagine, dalla riforma dello Stato e della giustizia al bilancio. Sulla base di questo, e’ nato il governo a guida socialista di Elio Di Rupo, una coalizione di sei partiti da cui, per incompatibilita’ programmatica, si sono chiamati fuori i nazionalisti fiamminghi.



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