È iniziato il lungo viaggio di InSight, la missione della Nasa destinata ad arrivare su Marte a novembre per studiarne (per la prima volta nella storia) l’interno, dalla crosta al nucleo. Il lander è partito a bordo di un lanciatore Atlas V dalla base di Vandenberg, in California, e impiegherà circa sei mesi e mezzo prima di atterrare sulla regione denominata Elysium Planitia, vicina all’equatore marziano. Se riuscirà a raggiungere il Pianeta rosso sarà anche grazie a Leonardo. L’azienda di piazza Monte Grappa ha infatti fornito alla sonda della missione il sensore stellare che permetterà di seguire la giusta rotta.
LA MISSIONE
Per ora, l’arrivo è previsto per il 26 novembre del 2018, quando inizierà la vera e propria missione di InSight (Interior exploration using seismic investigations, geodesy and heat transport), destinata a durare poco più di un anno marziano, pari a 728 giorni terrestri. “L’obiettivo è far arrivare sulla superficie marziana un lander dotato di un sismometro realizzato dalla Francia e di una sonda termometrica realizzata dalla Germania”, ci aveva spiegato Charles Elachi, professore emerito di Ingegneria elettronica e Scienze planetarie presso il California institute of technology (Caltech) e già direttore del celebre Jet propulsion laboratory (Jpl) della Nasa fino al 2016. La sonda tedesca, aveva rimarcato Elachi, “perforerà la superficie del suolo marziano di circa 30/40 cm per misurare le temperature, senza però raccogliere campioni come invece farà la missione Mars 2020”. Lo scopo di InSight è “analizzare l’attività sismica di Marte e raccogliere elementi sull’evoluzione dei pianeti rocciosi”.
IL RUOLO DI LOCKHEED MARTIN E DI LEONARDO
Prime contractor della missione Nasa è Lockheed Martin, colosso americano del settore aerospaziale. L’azienda guidata da Marillyn Hewson è responsabile per l’intero sistema del veicolo spaziale: il cruise stage che condurrà la missione fino a Marte, il lander che scenderà sulla superficie marziana e l’aeroshell che lo proteggerà durante la difficile discesa. “Basato sul design della missione di successo Phoenix del 2007, InSight incorpora la più moderna tecnologia avionica e avanzati strumenti scientifici”, spiega l’azienda. Ma a bordo di InSight c’è anche un bel pezzo di tecnologia italiana. Il campione nazionale dell’aerospazio e difesa, Leonardo, ha prodotto a Campi Bisenzio (Firenze) il sensore stellare che guiderà la sonda della missione verso Marte. Il sensore d’assetto dell’azienda di piazza Monte Grappa calcolerà in ogni istante (dieci volte in un secondo) l’orientamento della sonda. Osservando con il proprio telescopio integrato la volta celeste e confrontandola con la mappa di circa tremila stelle memorizzata al proprio interno, questa bussola stellare darà al computer di bordo della sonda le informazioni necessarie per tenerla sulla rotta prestabilita.
I PROGRAMMI MARZIANI
Intanto, sono già in programma le successive missioni esplorative, destinate a cambiare la conoscenza del Pianeta rosso. Nel 2020 partiranno infatti due ambizioni programmi, Mars 2020 della Nasa e la seconda fase di ExoMars dell’Agenzia spaziale europea (Esa). La missione dell’agenzia americana, ci aveva detto Elachi, “prevede il lancio di un rover simile a Curiosity, il quale dovrà esplorare e raccogliere campioni”. Poi, “tra il 2025 e il 2026, ci sarà un’altra missione che si occuperà di tornare su Marte, prendere i campioni e lanciarli nell’orbita marziana dove saranno recuperati da un altro velivolo spaziale per essere infine riportati sulla Terra e analizzati nel dettaglio”. Parallelamente, Exomars 2020, con l’importante contributo italiano, porterà sul Pianeta rosso un rover in grado di perforare fino a due metri di profondità la superficie marziana e analizzarla. La scorsa settimana, durante il salone ILA a Berlino, Esa e Nasa hanno firmato una lettera di intenti per studiare la possibile integrazione delle due missioni al fine di riportare sulla Terra i campioni marizani. Il tutto in attesa che Elon Musk dia seguito alla promessa di portare presto l’uomo su Marte.