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Spazio, la Cina verso la faccia nascosta della Luna e oltre

luna

Dopo aver spaventato mezzo mondo con la caduta incontrollata della Tiangong-1, la Cina prova a riconquistare posizioni nella classifica delle potenze spaziali mandando, per prima, un satellite sulla faccia nascosta della Luna.

LA MISSIONE QUEQIAO

Si chiama Queqiao, è partito questa mattina dalla base di Xichang, nella provincia sud-occidentale del Sichuan, a bordo di un razzo Lunga Marcia-4C, e orbiterà intorno al nostro satellite naturale a circa 65mila chilometri d’altezza, ma dal lato che appare ai nostri occhi costantemente nascosto. Si tratta del primo passo per un programma piuttosto ambizioso che, al di là dell’aspetto simbolico sul “dark side of the Moon”, punta ad ascoltare il cosmo a basse frequenze, al fine di capire qualche cosa in più sulla nascita dell’Universo. Queqiao è infatti dotato di un ricevitore radio e sarà raggiunto (da programma entro la fine dell’anno) da Chang’e-4, il rover che metterà piede sulla superficie lunare e che completerà l’avanzata postazione d’ascolto, frutto di un programma di collaborazione con l’Olanda, il Netherlands-China Low-Frequency Explorer (Ncle). Si tratta di posizionare un radiotelescopio in un punto avanzato e silenzioso, in maniera tale da poter ascoltare il flebile rumore dell’Universo senza il fastidioso frastuono che devono sopportare le infrastrutture d’ascolto situate sulla Terra.

IL PONTE DELLE GAZZE

Se la stazione spaziale prende il nome di “Palazzo celeste”, e i vettori dell’Agenzia spaziale cinese (Cnsa) si chiamano “Lunga Marcia”, anche in questo caso il nome dato alla missione è profondamente simbolico. “Queqiao” significa “ponte della gazze”, ed è tratto da una leggenda cinese secondo cui alcune gazze ladre avrebbero creato un ponte per permettere alla Dea del Cielo, di incontrare per un giorno il suo sposo, il pastore Niu Lang, che si trovava al lato opposto della Via Lattea.

IL PROGRAMMA DI ESPLORAZIONE LUNARE

Tra novembre e dicembre di quest’anno dovrebbe dunque partire Chang’e-4, successore delle prime tre missioni del programma di esplorazione lunare che prendono il nome dalla Dea cinese della Luna. Chang’e-1 e Chang’e-2 hanno portato due sonde ad orbitare, nel 2007 e nel 2010, intorno al nostro satellite. Nel 2013, Chang’e-3 ha condotto sulla superficie un lander e un rover che, nonostante alcuni problemi di mobilità, ha operato per 31 mesi. In fase di sviluppo c’è anche la missione Chang’e 5 diretta sulla faccia conosciuta della Luna per l’esplorazione robotica, la raccolta di campioni del suolo e il loro trasporto a Terra. Già con Chang’e-4, l’asticella è alta, con una missione non priva di difficoltà. Proprio il lancio di Queqiao è finalizzato a superarne una molto rilevante, e cioè la necessità di comunicare con il lander che scenderà sul lato nascosto della Luna, cosa impossibile senza un satellite relay che possa far rimbalzare il segnale.

I LANCIATORI DI PECHINO

Per quanto riguarda i lanciatori, già nel 2016 hanno debuttato anche i vettori pesanti Chang Zheng (per l’appunto Lunga Marcia) 7 e 5, inaugurando tra l’altro la base di Wenchang, sull’isola di Hainan lungo la costa sud del Paese. Continua inoltre lo sviluppo del numero 9, il modello super pesante della famiglia Lunga Marcia, pensato per l’esplorazione interplanetaria. Ancora prima dovrebbe debuttare il lanciatore medio Chang Zheng-8, che dovrebbe avere un primo stadio riutilizzabile, alla stregua dei famosi vettori di SpaceX.

VERSO IL TERZO PALAZZO CELESTE

Altrettanto ambizioso è il programma che, l’anno prossimo, dovrebbe portare in orbita il terzo Palazzo celeste di Pechino. Dopo la rovinosa caduta del primo, il piano è il lancio in una stazione spaziale costantemente abitata che eredita l’esperienza che Pechino sta acquisendo con la Tiangong-2, attualmente in orbita: un laboratorio lanciato nel 2016 e raggiunto, a 13 anni dalla missione Shenzhou 5 che portò in orbita Yang Liwei (primo uomo cinese nello spazio) dagli astronauti Jing Haipeng e Chen Dong, tornati sulla Terra dopo oltre un mese.



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