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Molti messaggi in uno. L’appello alla politica di Bassetti dalle pagine di Avvenire

C’è un non scontato passaggio nell’appello-editoriale firmato in prima pagina sull’Avvenire di oggi dal presidente dei vescovi italiani. Scrive Gualtiero Bassetti: “Mai come in questi giorni c’è assoluto bisogno di rispettare la volontà popolare, che si è espressa liberamente il 4 marzo, e tutte le Istituzioni civili che rappresentano l’architrave insostituibile della nostra democrazia e della nostra libertà: dalla più elevata, il Capo dello Stato, alla più rappresentativa, il Parlamento”. Parole che vanno lette insieme a quelle dettate il 22 maggio all’Assemblea generale della Conferenza episcopale, quando il cardinale sottolineò: “Credo che, con lo spirito critico di sempre, sia giunto il momento di cogliere la sfida del nuovo che avanza nella politica italiana”. Spirito critico e attenzione a quanto accade. Non fosse altro per questione di realismo: tanti sono i cattolici che partecipano alle attività del Movimento, ancora più numerosi quelli che hanno votato M5S e Lega.

RINNOVATO SOSTEGNO A MATTARELLA

È forse un caso che le parole di Bassetti escano nelle ore in cui Luigi Di Maio ha abbassato i toni verso il Quirinale e rilanciato un governo politico. Sullo scudo al Colle i vertici cattolici non arretrano di un passo. Lo ribadisce e lo rafforza ancora oggi il numero uno della Cei nell’odierno editoriale di Avvenire, anche quando sottolinea come sia “eticamente doveroso lavorare per il bene comune dell’Italia senza partigianeria, con carità e responsabilità, senza soffiare sul fuoco della frustrazione e della rabbia sociale. Una rabbia che in queste ore trova drammaticamente spazio in uso irresponsabile ed esecrabile dei social network persino contro la persona del Presidente della Repubblica e la sua misurata e saggia azione di garanzia di tutti i concittadini”.

MOLTI MESSAGGI IN UNO

L’invito a “rispettare la volontà popolare” dice tante cose. Forse della preferenza di un governo politico – l’ipotesi Giuseppe Conte non era forse mal vista in Vaticano, non fosse altro per i suoi rapporti di vecchia data con quel mondo. Racconta forse anche del disappunto verso certe invasioni di campo nella politica italiana da parte di stampa e politici, europei e non. E non si può escludere che vada inserito nell’altalenante rapporto Chiesa e M5S. Un rapporto che viene da lontano. Dialogo aperto e ricercato dal Movimento. Non da oggi. Era l’ottobre 2013 quando Alessandro Di Battista salì in Terza Loggia per incontrare il sostituto della Segreteria di Stato vaticana, Angelo Becciu. Lo accompagnavano due militanti cattolici 5S, Andrea Aquilino e Paolo Palleschi. L’incontro suscitò parecchie polemiche tra gli attivisti. Entrambi in seguito furono cacciati dal Movimento. Aquilino e Palleschi erano stati protagonisti di numerose battaglie sui temi etici, dalle nozze gay al ddl sull’omofobia, anche in rotta con la linea seguita dai pentastellati a Palazzo. Più recente l’incontro in autunno tra Di Maio e Pietro Parolin nella nunziatura di Washington, favorita dalla coincidenza della presenza nella stessa città del leader pentastellato e del segretario di Stato Vaticano, che – rivelano le cronache – gli disse di un interessamento: “Leggiamo tante cose su di voi”. C’è chi parlò di prove tecniche di disgelo col Vaticano, che sul fronte Cei aveva tentato qualche tempo prima Avvenire. Con una doppietta non casuale nell’aprile 2017 il giornale dei vescovi uscì con un’ampia intervista a Beppe Grillo, mentre il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, rispondeva alle domande del Corriere della Sera. Interventi che il segretario della Cei, Nunzio Galantino, prese male, ammettendo una non malcelata irritazione.

REALPOLITIK CATTOLICA E DIVISIONI

Il punto è che la Chiesa sa che sono tanti i cattolici che partecipano alle iniziative del Movimento e lo hanno votato. Ma, come riconosceva Tarquinio un anno fa se, su alcuni temi, “dal lavoro alla lotta alla povertà, nei tre quarti dei casi (noi cattolici e il Movimenti, ndr) abbiamo la stessa sensibilità”, su altro è innegabile che le distanze siano forti. Temi etici come unioni civili, adozione da parte delle coppie gay, eutanasia, testamento biologico, fecondazione eterologa. E, non ultima, la libertà di educazione. Per tacere del problema Imu, o di solenni quanto non graditi paragoni suggeriti da Grillo tra i militanti pentastellati niente meno che allo stile di Papa Francesco e del poverello di Assisi.

“NON AVERE PAURA”

Ma, come sottolineò in marzo a urne chiuse l’ex presidente Cei e arcivescovo di Genova – città di Beppe Grillo – Angelo Bagnasco in una intervista al Secolo XIX occorre fiducia: “In tutte le cose ci sono situazioni in cui, di fronte ad assetti nuovi, nascono timori, è fisiologico. Ma non si deve avere paura, non è l’atteggiamento giusto per affrontare le nuove situazioni”.

STELLE E CARROCCIO

Punti di contatto tra la Chiesa e il fronte gialloverde sembrano più probabili oggi con i 5S che con la Lega. Nella Chiesa di Papa Bergoglio non è certo stato dimenticato l’elogio di Matteo Salvini alle t-shirt sfoggiate a Pontida due anni fa con la scritta “Il mio Papa è Benedetto XVI”. Diffidenza anche per i suoi rapporti con l’ex stratega della Casa Bianca Steve Bannon e gli incontri del leader leghista con il cardinale dei dubia Raymond Burke. Senza dimenticare le critiche per avere giurato sul Vangelo in campagna elettorale.

STILETTATE BIPARTISAN

Stilettate bipartisan a Lega e 5s, son però quelle di pochi giorni fa dello stesso Bassetti alla conferenza stampa di chiusura dell’ultima Assemblea Cei. “Tutto quello che è buono – specificava a proposito dell’allora ancora possibile nuovo governo – lo apprezzeremo, ma su tutto quello che è contro la famiglia, la persona, i migranti, noi saremo voce critica”. Infine – e questa è più verso la Lega – il riannodare ai “principi irrinunciabili” della Dottrina sociale della Chiesa la necessità della “progressività fiscale” che significa “non tagliare in generale, ma tagliare sulle fasce che debbono essere tagliate, con una maggiore tassazione sulle attività speculative”. Accenti che a tutti gli osservatori sono sembrati una bocciatura della flat tax, più cara al centrodestra che ai pentastellati.

DIALOGO E PRUDENZA

È che la Chiesa – e la Santa Sede – dialogano con tutti. Il problema è il contenuto del dialogo. Come recita il proverbio anglosassone: serve un cucchiaio molto lungo per sedersi a cena con chi la pensa diversamente. Dettava Bassetti il 22 maggio: “Chi si impegna nell’amministrare la cosa pubblica deve ritornare ad essere un nostro figlio prediletto”. La Cei si tiene lontana dall’immergere quel cucchiaio nella minestra dei populismi. Bassetti infatti stamattina ha rilanciato l’urgenza di “un umile spirito di servizio di chi ha a cuore le sorti del Paese, senza piegarsi a visioni ideologiche, utilitaristiche o di parte”.



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