Non si fermano le lancette a Hong Kong. L’ex colonia, primo mercato per l’orologeria Swiss made con una quota di oltre il 20% del mercato globale, secondo un report di Kepler Capital Markets ha riportato un incremento del 31% delle vendite retail di orologi e gioielli nel mese di febbraio, un balzo in avanti rispetto al +13% di gennaio e al +11% di dicembre 2012. Il risultato, pur beneficiando della ricorrenza nel mese del Capodanno cinese (lo scorso anno, in febbraio, il rialzo era stato del 14%), ha sfatato i timori riguardo all’inasprimento delle misure anti-corruzione adottate dal governo cinese, che potrebbero danneggiare la vendita di prodotti di lusso regalati in cambio di favori. Le lancette d’alta gamma, peraltro, sono indicate come la “merce di scambio” preferita.
Il dato conferma anche i commenti di gruppi come Hengdeli e Swatch sul fatto che i turisti cinesi oggi scelgano di fare acquisti a Hong Kong piuttosto che in Europa o in patria a causa della sempre minore differenza dei prezzi tra la Cina e il Vecchio Continente.
“Non siamo fuori pericolo e la campagna anti-corruzione peserà sulle vendite in Cina (che valgono il 10% del mercato) – si legge nel report – ma certamente il dato è molto positivo rispetto alle preoccupazioni di un generale tracollo dei cinesi nella domanda di orologi (i cinesi rappresentano metà del mercato mondiale)”.