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Margaret Thatcher

E’ morta Margaret Thatcher, primo ministro inglese tra il 1979 e il 1990. Avevo 3 anni quando fu eletta e 13 quando finì il suo mandato. Faccio mio il rimpianto nostalgico, quello di Stefano Cingolani, di fronte a questa foto che ritrae alcuni leader dell’epoca in cui riconosco Reagan, la Thatcher appunto, Kohl, Mitterand e Craxi. Da quei pochi ricordi che ho, sfocati, dei tg condotti da Mario Pastore su Rai 2, condivido la considerazione di Cingolani rispetto alla tempra, allo stile e alla caratura di quei leader specie se confrontata con quelli che affollano il panorama odierno.
Mi colpisce il fatto che di un leader come la Thatcher non venga fatto un ritratto a tutto tondo, ma si privilegi la sfera delle scelte in campo economico che la Thatcher compì nell’alveo di quel liberismo reaganiano che, spero qualcuno lo riconoscerà, non erano solo buone cose. Se si guarda poi alla sua lunga permanenza a Downing Street, non dovrebbe sfuggire anche la crisi delle Isole Falkland che culminò in una guerra lampo dove il Regno Unito confermò con la forza il suo dominio nell’arcipelago. Un’appendice dal sapore coloniale di cui il Regno Unito ha sempre intriso la sua politica estera, due isolotti alla fine del mondo direbbe Papa Francesco. Una dimostrazione di sovranità politica affermata sullo scacchiere internazionale senza esitazione e che le garantì un grande consenso interno capace di legittimare anche politiche liberiste non sempre dal facile transito gastrico. Non a caso la frase che il primo ministro britannico ripeteva di più fu “There is no alternative”, che le valse l’acronimo TINA.
Una sovranità politica, quella britannica, affermata anche e contro l’Euro e il progetto dell’unità economica europea verso cui certa sinistra nostrana, molto salottier blairiana, ci ha invece condotto.



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