Giù il potere d’acquisto e il reddito disponibile per gli italiani. E d’altra parte, continua a calare anche la propensione al risparmio. La crisi stringe le famiglie italiane nella sua spirale, con gli aumenti delle tasse previsti per i prossimi mesi che contribuiranno solo a peggiorare la situazione. La svolta della crescita infatti si allontana sempre più, e anche il governatore della Bce, Mario Draghi, è stato costretto ad ammettere che il giro di boa che ci si attendeva nel secondo semestre del 2013 non ci sarà.
Il calo del potere d’acquisto
Il potere d’acquisto delle famiglie italiane è crollato del 4,8%, un calo annuale che non si era verificato dal 1995, inizio delle serie storiche. Lo riferiscono gli esperti dell’indagine Istat sul reddito e risparmio delle famiglie. Nel 2012, tenuto conto dell’inflazione, il potere di acquisto delle famiglie consumatrici è diminuito del 4,8%, e nel quarto trimestre il potere di acquisto si è ridotto dello 0,9% rispetto al trimestre precedente e del 5,4% nei confronti del quarto trimestre del 2011. Sempre nel 2012, sottolinea Istat, il reddito disponibile delle famiglie consumatrici in valori correnti è diminuito del 2,1% e nell’ultimo trimestre dell’anno ha registrato una riduzione dello 0,3% rispetto ai tre mesi precedenti e del 3,2% sul quarto trimestre del 2011.
La propensione al risparmio
Lo scorso anno, la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è pari all’8,2%, con una diminuzione di 0,5 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Nel quarto trimestre del 2012, al netto della stagionalità, la propensione al risparmio è pari all’8,3%, con una diminuzione di 0,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 0,9 punti rispetto al corrispondente trimestre del 2011.