L’Australia punta a una nuova partnership strategica con la Cina e propone manovre navali congiunte a tre che comprendano anche gli Stati Uniti. Per la premier australiana Julia Gillard, che a settembre correrà per un terzo mandato, l’occasione di proporre manovre trilaterali è stato il Forum di Boao, in Cina, considerato la Davos d’oriente.
Secondo la leader laburista, la cooperazione con la Cina deve andare oltre l’economia e passare anche per la difesa. I due Paesi conducono già esercitazioni congiunte che ora la premier vorrebbe estendere a Washington di cui Canberra è uno dei principali alleati nella regione.
Certo sia gli Stati Uniti sia la Cina si contendono l’influenza sull’area del Pacifico e molti dei Paesi della regione temono una Repubblica popolare sempre più assertiva e forte militarmente.
A sua volta, ieri, in un’intervista al gruppo Fairfax un colonnello dell’Esercito popolare di Liberazione ha accusato gli Usa di usare l’Australia come base per circondare la Cina.
A colloquio domenica con il presidente Xi Jinping, Gillard ha rimarcato la volontà di portare le relazioni con Pechino a un livello più alto Negli ultimi cinque anni, va ricordato, gli investimento cinesi in Australia approvati dal governo di Canberra sono stati pari a 81 miliardi di dollari.
Il rafforzamento del legame con Pechino dopo quarant’anni relazioni diplomatiche si inserisce nella strategia “per il secolo asiatico”, delineata ad ottobre dalla premier australiana affinché il Paese tragga vantaggio dalla crescita del continente, attraverso una serie di 25 obiettivi da realizzare entro il 2025.
Il governo di Canberra si unisce così al ristretto gruppo, assieme russi, britannici e tedeschi, ad avere incontri formali annuali con il premier cinese. Dall’incontro tra Gillard e la controparte cinese, Li Keqiang, è emerso l’interesse per colloqui per un accordo di libero scambio, la cui ripresa, scrive The Australian, potrebbe esserci già il mese prossimo.