Delcy Rodríguez e Tareck el Aissami, due delle figure che sembravano intoccabili nel regime in Venezuela, sono stati sanzionati oggi dall’Unione europea. I ministri degli Affari esteri dell’Unione europea hanno approvato oggi la lista con i nomi di 11 funzionari del governo di Nicolás Maduro, tra cui i due vicepresidenti. Il Consiglio europeo considera che queste persone sono indicate come “responsabili di violazioni dei diritti umani” e devono rispondere all’accusa di “aver compromesso la democrazia e lo stato di diritto in Venezuela”.
L’Unione europea vieta così l’entrata al territorio europea e la congelazione di beni e conti bancari. Queste misure restrittive si aggiungono ad un altro elenco con altri sette funzionari del governo di Maduro, l’embargo di materiale bellico e un veto d’acquisto di materiale che possa essere utilizzato per la repressione di manifestazioni e proteste.
Sono stati sanzionati il vicepresidente Rodriguez ed El Aissami, che svolge il ruolo di ministro di Industrie e Produzione nazionale; e anche Sergio José Rivero, sovrintendente generale delle Forze Armate; Jesús Rafael Suárez, comandante generale dell’Esercito Bolivariano; Iván Hernández, capo della Direzione Generale di Contro – Intelligence Militare; Elías José Jaua Milano, ministro del Potere Popolare per l’Istruzione; Sandra Oblitas, vicepresidente del Consiglio Nazionale Elettorale; Freddy Alirio Bernal, direttore del Centro Nazionale di Comando e Controllo dei Comitati di Rifornimento e Produzione; Katherine Nayarith Harrington, vice-procuratore generale; Socorro Elizabeth Hernández, membro del Consiglio Nazionale Elettorale e Xavier Antonio Moreno, segretario generale del Consiglio Nazionale Elettorale. Nella lista nera, creata il 18 gennaio dall’Ue, ci sono 18 persone.
I ministri degli Affari esteri europei insistono che non ci sono state garanzie di uguaglianza e trasparenza nel processo elettorale dello scorso maggio né sono state rispettate le norme democratiche internazionali. Hanno di nuovo chiesto la liberazione dei prigionieri politici, il riconoscimento del Parlamento democraticamente eletto e la difesa dei principi democratici e lo Stato di diritto in Venezuela. “Le elezioni tenutesi in Venezuela il 20 maggio 2018 – sottolinea il Consiglio – non sono state né libere né regolari, e il loro risultato è privo di ogni credibilità, dal momento che il processo elettorale non ha offerto le garanzie necessarie allo svolgimento di elezioni inclusive e democratiche”.
La reazione del regime è stata immediata. Con un comunicato ufficiale, il governo di Nicolás Maduro ha condannato le nuove sanzioni contro gli 11 funzionari dello Stato, definendo la decisione dell’Unione europea come una “chiara intromissione negli affari sovrani del Paese”.
“Questa sottomissione dell’Unione europea ai voleri dell’amministrazione Trump – si legge nel documento diffuso il pomeriggio di lunedì – emula le aggressioni contro il Venezuela del presidente americano, disegnate dai settori più estremisti e guerriglieri del governo statunitense. […] Il Venezuela non accetterà minacce di nessuna potenza o gruppi di Paesi legati alle reminiscenze imperialiste”.