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La pedofilia è il banco di prova della democrazia liberale

Sorprende l’assenza di dibattito sulla notizia riportata giorni addietro su alcuni quotidiani: “una sentenza choc rischia di sollevare nuove polemiche in Olanda. La corte d’appello ha infatti stabilito che non deve essere vietata l’attività della fondazione “Stitching Martijn” che promuove la pedofilia, condannata a sciogliersi dal tribunale civile di Assen. Ma per la corte d’appello di Leeuwarden i testi e le foto  presenti sul sito web della fondazione non contravvengono la legge e il fatto che alcuni dei suoi membri siano stati condannati per reati sessuali, non va connesso al lavoro della fondazione stessa. I giudici di secondo grado hanno rilevato che le proposte per la liberalizzazione della pedofilia sono “una seria contravvenzione di alcuni principi del sistema penale olandese”, ma ritengono che la società olandese è sufficientemente “resistente” per affrontare “le dichiarazioni indesiderabili ed il comportamento aberrante” promosso dal  fondato nel 1982. L’ufficio del procuratore sta valutando l’ipotesi di un ricorso in terzo grado” (ilgiornale.it).

Sorprende perché quello degli Stati del Nord Europa viene indicato come il modello di democrazia a cui dovremmo ispirarci. Non conosco la sentenza né il diritto olandese. Non dovremmo, però, essere troppo lontani dal vero nel supporre che i giudici abbiano basato la loro decisione sul valore primario della libertà di opinione e di associazione. D’altro canto, nel momento in cui disconosce la superiore capacità ordinatrice della legge naturale è evidente che il diritto non possa che trovare fondamento nelle idee della comunità. E la libertà di manifestazione del pensiero e quella di associazione sono indispensabili per dar corpo e voce alla libertà di opinione, quale espressione della soggettività individuale. I giudici ritengono che la società olandese abbia sufficienti anticorpi per resistere alla idee aberranti dei pedofili. Ma quante idee originariamente ritenute aberranti (dal Potere e Sapere, direbbe Foucault) si sono fatte strade e sono, poi, divenute patrimonio condiviso e, quindi, legge dello stato? La mia è una constatazione dalla quale non ritengo possano essere tratte considerazioni definitive, se non quella che è molto rischioso mitizzare le libertà sulle quali si fonda la democrazia perché, come dimostra l’ascesa elettorale di Hitler, quest’ultima ne può essere travolta.


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