“Stiamo osservando un nuovo modo di fare politica, noi rispettiamo tutti e attendiamo come i nuovi governanti si esprimono e come impostano il loro stile di governo ma soprattutto come trovano soluzioni di governo ai vari problemi. Sarebbe ingeneroso dare dei giudizi adesso, ci sono i cento giorni classici ed ancora dobbiamo aspettare per dare un giudizio”. Così Angelo Becciu, alla vigilia del concistoro in cui gli verrà assegnata la berretta cardinalizia, ha risposto in Sala Stampa vaticana ai giornalisti che gli chiedevano un parere sull’attuale situazione politica italiana.
Becciu infatti, che nei suoi anni di servizio per la Santa Sede in qualità di sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato è stato uno degli uomini più vicini sia a Papa Francesco che a Benedetto XVI, vivendo anche in maniera diretta la rinuncia di quest’ultima, da settembre guiderà la Congregazione della Cause dei Santi. “Anni belli, vissuti con la consapevolezza che ogni giorno può riservare sorprese ma che bisogna aiutare il Santo Padre, la sua voce e la sua missione del mondo”, ha commentato con pacatezza il neo-porporato. “Benedetto e Francesco sono due personalità diverse ma che amano allo stesso modo la Chiesa e sono desiderosi solamente di servirla. Benedetto con la sua semplicità e amabilità mi metteva a mio agio, e lo stesso Papa Francesco, che ama fare le battute e ti mette a tuo agio”.
Certo, di momenti duri ce ne sono stati e come, ha confidato con naturalezza: “Vatileaks, le dimissioni di Ratzinger, le critiche sul modo di fare e di comportarsi, su di noi e sulla Curia”, e infine un altro “momento difficile è la stessa riforma della Curia, che vuol dire cambiare stile metodi e sistema. Ma è normale, nella vita nostra trovarci davanti a queste sorprese”. Sulla riforma della Curia Becciu ha infatti spiegato, in maniera molto pragmatica, che “un giudizio complessivo non si può dare perché siamo in fieri, tante cose sono cambiate e si sta cercando di trovare la strada migliore, ma non è stata conclusa. Alla fine sarà importante avere la Costituzione Apostolica, che coordini e che dia un’impostazione totale alla riforma. Finora è stata fatta a spicchi senza un’idea centrale, da cui sono derivate le varie nuove sezioni e dicasteri. Ora il C9 ha dato istruzioni affinché si dia consistenza, tono e indirizzo”.
Per quanto riguarda invece il nuovo ruolo che andrà a ricoprire, alle Cause dei Santi, in tono scherzoso il religioso sardo ha raccontato che “per battuta mi hanno detto che è il dicastero più importante della Chiesa”. Ma se ci si pensa, ha aggiunto, “la Chiesa per cosa esiste? Non per creare un sistema di potere o costruire nuove chiese ma per far fare esperienza dell’umanità di Dio, per richiamarla che esiste, e ciò significa un’esperienza che ti trasforma. Un bel viaggio in cui alla fine ti puoi trovare santo. La bellezza e l’importanza che ricopre questo dicastero consiste in questo, nello scoprire qua e là persone che hanno vissuto in maniera coerente e coraggiosa il Vangelo. Una prospettiva interessante”.
Nel suo nuovo dicastero troverà inoltre subito pronte sul tavolo le cause di beatificazione di tre grandi politici della storia italiana: De Gasperi, Moro e La Pira. “Magari si concluderanno”, ha confessato Becciu. “Speriamo di trovare elementi di santità e di virtù che potrebbero portarli agli onori degli altari: sarebbe bello”. Questo anche perché “i cattolici devono capire che l’impegno in politica non è un optional, ma deriva dalla loro missione di cristiani. Politica è la forma più alta di carità, diceva Paolo VI. In senso di servizio e dedizione per la trasformazione del paese, è un dovere e una missione. E i cattolici hanno un capitale di valori e di Dottrina sociale che non possono mantenere chiusi nelle loro stanze, ma che devono mettere a disposizione, convinti che questo bagaglio resti utile alla crescita del Paese”.