Stiglitz auspica per l’Italia un governo sostenuto anche dal Movimento 5 Stelle.
In Italia servono compromessi. Un accordo fra Pd e Pdl appare “difficile” con la piattaforma che incontrerebbe “molte resistenze”: “Spero in un appoggio di Beppe Grillo”.
Il premio Nobel, Joseph Stiglitz, scatta la sua fotografia della situazione italiana. E lo fa respingendo l’austerity: “Non funziona”, afferma, le “riforme democratiche sono più importanti di quelle economiche”. E, soprattutto, l’Italia ha bisogno di riforme a livello europeo, senza le quali “il costo di questa continua recessione” rischia di essere “superiore al beneficio del sistema euro. E questo potrebbe mettere l’Italia davanti a una scelta difficilissima sull’opportunità o meno di restare nel sistema euro”.
Tutto questo non è populismo: “Sono scelte che riguardano la democrazia. Il dovere che ha la società nel capire e ascoltare cosa vuole il popolo è l’essenza della democrazia. Anche constatare l’andamento dell’economia non è populismo”.
Mettendo in evidenza l’importanza dell’occupazione e definendo un “fallimento” il tasso di disoccupazione al 12% in Europa, Stiglitz osserva come l’economia italiana non è ancora tornata ai livelli pre-crisi. Difficoltà esacerbate da un’austerity “irrazionale, che non funziona, non lo fa quasi mai. E’ come togliere del sangue a un paziente finché questo non muore”.
A chi gli chiede se è preoccupato per l’Italia a causa della mancanza di un governo, Stiglitz risponde: “Qualcosa dovrà accadere comunque vadano le cose. Quello che sostengo è che in qualsiasi democrazia bisogna ragionare per compromessi. Ora io mi rendo conto che ci sono alcuni aspetti fondamentali per cui nessuno vuole scendere a compromessi ma non si può fare altrimenti. Serve accordo di maggioranza sulla riforma della governante e su alcune riforme economiche che permettano alla crescita di ripartire”.
E’ pur vero, ammette Stiglitz, che l’Italia da sola può far poco: da quando è entrata nell’euro e nell’Unione Europea ha ceduto parte della sua sovranità, ma ci sono delle cose che possono essere fatte come “far funzionare meglio il sistema finanziario e stimolare l’economia”. Servono riforme democratiche, come quelle contro “la corruzione per riportare fiducia”.
Alla corruzione Stilgitz associa il nome di Silvio Berlusconi, il che rende – a suo avviso – difficile un compromesso con il Pd su alcuni temi. Un’altra priorità, in Italia e non, è la piena occupazione: “E’ un fallimento della società e del governo quello di non mantenere la piena occupazione e se si fallisce è necessario assumersi la responsabilità, e questo – aggiunge a chi gli chiede il suo papere su un salario minimo di 1.000 euro – include alcuni livelli di sostegno che deve misurato e funzionale alla ricchezza del Paese. Il problema non è la motivazione del lavoratore ma il fatto che non c’è lavoro”.