Evitati tagli draconiani, il budget per il Pentagno nel piano di bilancio presentato ieri dal presidente Usa, Barack Obama, è in linea con quello dell’anno precedente. La cifra per la Difesa nel 2014 sarà di 526 miliardi, sebbene chieda una riduzione di 150 miliardi entro i prossimi dieci anni pur guardando a nuove minacce nel campo della sicurezza informatica.
Ma il piano servirà a scongiurare i ben più duri tagli automatici scattati il primo di marzo con il sequester. Certo, nota il Washington Post, sul bilancio pesa l’incognita dell’accoglienza tra i parlamentari, tra le cui file ci sono già stati pareri contrari ad alcune delle misure come la riduzione delle spese per sistemi d’arma e la chiusura di alcune basi.
I dibattiti sul budget del Pentagono si intrecciano con quelli per la riduzione del debito e in questo frangente con le tensioni nella penisola coreana. Ancora ieri, il segretario alla Difesa Chuck Hagel, ammoniva il regime di Pyongyang di “essere su una linea molto pericolosa”, e il rischio de lancio di un missile a medio raggio nordcoreano “che potrebbe avvenire in qualsiasi momento” sarà in cima all’agenda dell’incontro a Seul tra il segretario di Stato Usa, John Kerry, e il suo omologo sudcoreano Yun.
Una delle omissioni del bilancio per il Pentagono è invece quella del conflitto afgano. Le stime parlano di 88,5 miliardi di dollari, sullo stesso livello dell’anno precedente, ma non c’è ancora certezza e potrebbe essere rivisto anche in vista del ritiro delle truppe internazionali nel 2014.
Riduzioni si avranno nell’organico civile, con un tagli di 40mila forse 50mila dipendenti nei prossimi cinque anni.
Alcuni programmi giudicati prioritari continueranno a essere finanziati anche nell’ottica della strategia asiatica annunciata l’anno passato. Il piano prevede 29 velivoli multiuso F-35 che dovranno diventare la spina dorsale della futura flotta Usa e per il cui sviluppo in tutte e tre le varianti per Marina, Aviazione e Marine saranno messi a disposizione 8,4 miliardi. Previsti anche 18 aerei cargo C-130 e 27 droni Predator e Reaper. Lo strumento cardine della strategia anti-terrorismo di Obama vedrà tuttavia un ridimensionamento degli investimenti rispetto agli anni precedenti. In particolare per volere dell’aviazione che punta a mezzi più resistenti agli attacchi.