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La guerra Ue al tabacco nuoce gravemente alla salute dell’economia

Europarlamentari italiani perplessi sulla proposta di direttiva europea sui prodotti del tabacco, ritenuta un potenziale volano per lo sviluppo del commercio illegale. Il provvedimento era stato bocciato dal Parlamento italiano nella passata legislatura e ora la relatrice della Commissione Ambiente, salute pubblica e sicurezza ambientale (Envi) del Parlamento di Strasburgo, Linda McAvan (Socialisti e democratici europei), ha riproposto la linea più oltranzista, che prevede pacchetti di sigarette completamente standardizzati, privi di marchio e di colori e interamente coperto da immagini ‘shock’.

Tutti i potenziali rischi

Secondo gli europarlamentari italiani la direttiva potrebbe avere rischi su più fronti: per la ricerca, per il commercio illegale, per i posti di lavoro.

La Commissione Envi dovrà esprimersi entro il 9 maggio e diversi europarlamentari italiani di tutti gli schieramenti dichiarano la propria opposizione. Per Lara Comi (Ppe), la marca delle sigarette “è un elemento fondamentale che non deve sparire”. E non solo “perché ne gioverebbe la contraffazione”, ma anche perché “le imprese perderebbero lo stimolo alla competitività e fermerebbero ricerca e sviluppo”. Anche Oreste Rossi, leghista del gruppo degli ‘euroscettici’ Efd, denuncia il rischio di un potenziale aumento del commercio illecito: “Sono convinto che, se entreranno in vigore norme restrittive, il consumatore si rivolgerà al mercato del contrabbando”. Per Sergio Berlato (Ppe) “stiamo parlando di politiche falsamente salutistiche, che non risolvono il problema legato all’abuso del tabacco. L’Italia è uno dei Paesi maggiormente interessati a questo tipo di coltivazione e il primo in Europa nella produzione. Uno stop alla produzione metterebbe a serio rischio migliaia di posti di lavoro”.

Secondo Mario Pirillo (Socialisti e democratici) “serve l’adozione di misure più complesse, che prevedano un’opera di giusta prevenzione”. Intanto, il commercio illecito di sigarette in Italia, alla fine del 2012, ha raggiunto l’11% del mercato totale, con forti implicazioni sulle entrate fiscali. Dato confermato dal bollettino delle entrate tributarie dello scorso febbraio diffuso dal ministero dell’Economia, che segnala nei primi due mesi del 2013 un calo di 132 milioni (-7,6%) rispetto al 2012. Un recente studio sviluppato in Inghilterra ha poi rilevato che il pacchetto standardizzato causerà un aumento del commercio illecito di oltre il 30%.

La contrarietà di Fit e Indicam

Il pacchetto generico non contrasta il mercato della contraffazione, ma anzi lo alimenta con gravi conseguenze per il mercato del Paese. “Da una parte – spiega a Labitalia Silvio Paschi, segretario generale di Indicam, istituto di Centromarca per la lotta alla contraffazione – si chiede la tracciabilità del prodotto, dall’altra si auspica il pacchetto standard, uguale per tutte le marche di sigarette. Siamo in presenza – avverte – di una palese contraddizione, perché più il pacchetto è standard e più prodotti illeciti, con facilità, possono venire fabbricati e prodotti nell’Unione. Ovviamente l’introduzione del pacchetto generico risponde a una logica punitiva nei confronti dei produttori di tabacco, ma il pacchetto bianco rende più facile ai contraffattori di creare pacchi fasulli. Non si può espropriare un segno distintivo, non pensando alle conseguenze in termini appunto di contraffazione e di tracciabilità del prodotto”.

Dello stesso avviso Giovanni Risso, presidente della Confederazione europea dettaglianti tabacco (Cedt) e della Federazione italiana tabaccai (Fit), che a Labitalia fa notare “come anche nei soldi sia più difficile la contraffazione in presenza di segni distintivi delle banconote. Il pacchetto generico – ammette Risso – non ha alcun accorgimento, ha colori tutti uguali e, quindi, è molto più facile da copiare. Un pacchetto tutto bianco con due micro scritte non tutela dalla contraffazione, anzi. Il pacchetto bianco, poi, non inciderebbe neanche sulla diminuzione del numero di fumatori. Questo – sottolinea Giovanni Risso – perché il mercato del contrabbando vende a prezzi più bassi rispetto al mercato ufficiale. Quindi, dire che il pacchetto generico andrebbe a diminuire il numero dei fumatori non corrisponde affatto al vero, anche perché il contrabbando non si interrompe con la vendita del pacchetto bianco”.

L’introduzione del pacchetto bianco potrebbe creare problemi anche dal punto di vista della proprietà intellettuale. “Non solo per il tabacco – avverte Enzo Mazza, presidente del comitato Ip American Chamber of commerce in Italy – ma anche per altri settori non apporre una marca su un prodotto equivale ad alimentare il fenomeno della contraffazione. Oltre a rivolgersi a un mercato di contrabbando, infatti, il consumatore non ha neanche la garanzia di quanto va ad acquistare, creando non pochi problemi”.



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