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Primi passi verso l’unità dei cattolici. L’invito di Bassetti

Bassetti, cei

L’unità dei cattolici è una chimera o una ragionevole prospettiva di lavoro?

Per la prima volta dopo tanti anni, almeno quelli che ci separano dalla morte della Democrazia Cristiana e dalla nascita della Seconda Repubblica a trazione bipolare, si può cominciare a riconsiderare il tema con una certa dose di realismo. E soprattutto senza alcun velleitarismo.

Il merito certamente è del nuovo presidente dei vescovi italiani, il cardinale e arcivescovo di Perugia, Gualtiero Bassetti. Un uomo che la stagione dell’unità politica dei cattolici l’ha conosciuta bene e potrebbe, meglio di altri, individuarne i limiti e le responsabilità. Ma proprio per questo le sue parole appaiono promettenti: “Il partito unico ebbe la sua stagione e le sue motivazioni…” seguito “dall’inserimento dei cattolici nei vari partiti”, fase anch’essa superata. Ha poi aggiunto una traccia precisa di lavoro: “Ora è importante che i cattolici abbiano la fantasia e la libertà di vivere insieme i valori e di vedere come esprimerli”. Poi, concludendo la sua valutazione al termine dell’assemblea della Cei, ha affermato che  “nella società di oggi è necessaria anche la presenza dei cattolici e se non trovano una forma per esprimersi insieme, si rischia di essere inefficaci”.

Due sottolineature: il presidente dei vescovi ritiene superata la fase dell’inserimento dei cattolici nei diversi partiti. Un’affermazione tanto più coraggiosa alla luce del fallimento del bipolarismo italiano che vide i cattolici “del sociale” schierarsi nel centro-sinistra e quelli “dell’etica” infoltire le file del centro-destra. Tutto questo è stato spazzato via dalla vittoria elettorale (preceduta dall’egemonia culturale) delle forze sovraniste e populiste ora al governo, che in ragione dei grandi numeri raccolti nelle urne non possono non aver ottenuto anche il consenso di larga parte dei cattolici italiani.

Seconda annotazione: il cardinale Bassetti non suggerisce immediatamente un percorso politico unitario dei cattolici, ma vorrebbe che la loro interlocuzione pubblica, questa sì, fosse unitaria. Ambizione altissima, considerata la frantumazione del mondo cattolico associato e la dispersione di tutte le antiche categorie professionali, sociali ed educative che facevano riferimento ai valori cristiani. Tralasciando la stagione ormai remota del Referendum sulla Legge 40 e del primo Family Day, vi è stato solo un tentativo di riaggregazione politica dei cattolici, rivelatosi poi un fallimento. Ci riferiamo agli incontri di Todi1 e Todi2 che purtroppo ebbero come esito una fuga in avanti di alcuni movimenti, con un immediato e diretto coinvolgimento nella Scelta civica di Monti e nel governo presieduto dal Professore e senatore a vita. Sta di fatto che il percorso valoriale e politico che i convenuti a Todi avevano individuato, fu drammaticamente interrotto con un danno irreparabile per il dialogo interassociativo. Oggi, con realismo e fiducia, il cardinale Bassetti chiede ai cattolici italiani tutti, di vivere insieme i valori e trovare una forma per esprimersi insieme.

A guardar bene, non è un atto politico fondativo, ma l’indicazione di un “processo”, come piace a Papa Francesco. Un “processo” che a qualcuno tocca la responsabilità di avviare. Tenendo conto, però, di quanto si muove nella pancia del mondo cattolico e di diversi segnali che mostrano la ripresa di un dibattito sincero, si può essere ragionevolmente ottimisti. Qualcosa sta nascendo. E’ difficile che l’invito di Bassetti resti senza risposta. Ci sono credenti attenti e vescovi sensibili che si sono già autoconvocati per riprendere un cammino di discernimento valoriale, sociale e politico. Darsi un luogo di discernimento comunitario a livello nazionale e poi nei territori, considerata anche l’inagibilità “politica” delle vecchie reti cattoliche (Forum delle associazioni familiari, Scienza & Vita e Retinopera) e il silenzio assordante di tante realtà associative, già sarebbe un grandissimo risultato.  Anche con l’obiettivo di ricucire la frattura, talvolta apparsa insanabile, fra i cattolici “del sociale” e i cattolici “dell’etica”. Impresa tutt’altro che semplice, dopo tante divisioni. Ma l’imminente centenario dell’Appello ai Liberi e Forti (gennaio 1919) lanciato da don Luigi Sturzo, potrebbe essere l’occasione giusta – come si augura lo stesso Bassetti – per muovere il primo passo del nuovo “processo” di unità dei cattolici.



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