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Qui Abu Dhabi: Renzi, la tolleranza e l’Islam

 

La visita lampo di Matteo Renzi ad Abu Dhabi era ovviamente programmata da tempo, ben prima dei tragici fatti di Parigi. Vedere il premier italiano ricevuto all’aeroporto dall’uomo più potente degli Emirati Arabi Uniti, Sua Altezza Mohammed Bin Zayed Al Nahyan, la cena offerta nella sua residenza privata ed il transfer in elicottero poi all’Emirates Palace dove ha trascorso la notte, mi hanno ricordato quale enorme importanza sia data, nella cultura araba ed islamica, alle parole ospitalità, rispetto ed amicizia. E non nascondo che ho provato un senso di sollievo nel sentire le prime parole di ringraziamento espresse dal quarantenne premier italiano per l’accoglienza ricevuta.

 

Il principe di Abu Dhabi, fratello del Presidente degli Emirati Arabi Uniti, non è un uomo tollerante. E’ gentile, ospitale, rispettoso verso le altre persone, ma non è tollerante. D’altronde non essendo un arrogante, come potrebbe mai essere tollerante? Così è stato educato nelle tradizioni del suo popolo dal padre –  il Padre fondatore degli UAE nel 1971 e suo primo Presidente – così il Paese rispecchia nelle sue leggi i semplici principi fondamentali della cultura araba.

 

Aprire le porte allo straniero? Sì, perché è dalle partnership che un Paese e una Nazione possono sperare di crescere nel benessere. Ma l’ospite straniero deve essere ben consapevole e rispettoso delle leggi e delle tradizioni, altrimenti viene immediatamente allontanato, ovvero, nei casi più gravi, perseguito senza troppi riguardi. Il rispetto reciproco fa quindi si che non ci sia bisogno di essere buonisti o tolleranti.

 

Poco importa se l’ospite sia di fede islamica, cristiana o buddista. Nei soli sette Emirati che formano gli UAE risiedono e lavorano oltre centomila cattolici. Sono state erette negli anni due chiese dove vengono regolarmente celebrate le liturgie del culto. E nessuno si sognerebbe mai di chiuderle o vietarle, a meno che qualche fanatico integralista cristiano non si metta in testa di predicare a Dubai o Abu Dhabi contro l’Islam…

 

Ecco, forse noi “occidentali” dovremmo assumere un atteggiamento meno arrogante iniziando a essere meno tolleranti, buonisti ma più rispettosi, gentili verso coloro che lo sono nei nostri confronti. E ovviamente più ospitali, laddove beninteso l’ospitalità sia poi tale e sia davvero possibile offrirla nel rispetto della dignità: altrimenti è solo ipocrisia.

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