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 About Carlo Jean

Carlo Jean è Generale di Corpo d’Armata, presidente del Centro Studi di Geopolitica Economica, docente all’Università Guglielmo Marconi, Link Campus University, alla Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia. Svolge corsi di Geopolitica alla Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia e alla Scuola Superiore dell’Economia e delle Finanze. E’ stato Consigliere Militare del Presidente della Repubblica Francesco Cossiga. E’ stato Presidente del Centro Alti Studi per la Difesa. E’ stato Rappresentante Personale del Presidente in esercizio dell’OSCE per l’attuazione degli accordi di pace di Dayton in Bosnia-Erzegovina, Croazia e Repubblica Federale di Jugoslavia. E’ stato Presidente della SO.G.I.N.- Società Gestione degli Impianti Nucleari e Commissario Delegato del governo per la messa in sicurezza dei materiali nucleari, E’ autore o curatore di numerosi articoli, libri e saggi tra cui Guerre Stellari: società ed economia nel cyberspazio (con G. Tremonti, Milano 2000), An Integrated Civil Police Force for the European Union (Bruxelles 2002); Geopolitica del XXI secolo (2004); Manuale di Studi Strategici (Milano 2004), Sviluppo economico e strategico della Cina. Compatibilità fra geopolitica, economia e bilancio militare” (Milano, 2008); Geopolitica economica (Milano, 2008); Militaria: tecnologie e strategie (Milano, 2009); Italiani e Forze Armate (Milano, 2009); Intelligence economica. Il ciclo dell’informazione nell’era della globalizzazione, Rubettino, 2011; Guerre Umanitarie: la militarizzazione dei diritti umanitari; Dalai Editore, Milano 2012; Geopolitica del mondo contemporaneo, Laterza, Roma-Bari, 2012. È insignito della onorificenza di Cavaliere di Gran Croce O.M.R.I. Il 9 luglio 1998 e della Medaglia d’oro di Gandhi dell’UNESCO per la sua attività in favore della prevenzione dei conflitti e della diffusione della cultura della pace in Medio Oriente e nei Balcani.

Che cosa può fare l'Occidente per salvare l'Irak

L’ISIS non è più solo un’organizzazione terroristica. Lo dimostrano la sua rapida avanzata lungo la vallata del Tigri, travolgendo le forze governative. Non dispone degli effettivi necessari per occupare Baghdad, città di quasi 10 milioni di abitanti, in maggioranza sciiti. Metà delle quindici divisioni dell’esercito iracheno sono sbandate. L’ISIS si è impossessato delle loro armi. L'APPELLO DI AL-SISTANI Una controffensiva…

Così l'India di Modi sfiderà la Cina

Narendra Modi, capo del nazionalista liberista Partito del Popolo Indiano (BJP) ha conseguito una schiacciante vittoria elettorale. Potrà attuare le profonde riforme previste nel suo programma liberista e di apertura dell’India all’economia mondiale. Ha la maggioranza assoluta dei seggi nella Camera Bassa (282 deputati su 543, che divengono 336 con l’aggiunta di quelli vinti dai partiti alleati nell’Alleanza Democratica Nazionale).…

Irak, ecco le vere mire dei guerriglieri di Allah dell'Isis

L’occupazione di Mosul e la rapida avanzata a Sud, lungo la vallata del Tigri, delle poche migliaia di jihadisti dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (ISIS o ISIL) hanno causato notevole sorpresa e preoccupazione non solo in Iraq, ma anche negli USA e in tutti gli Stati mediorientali, specie in Iran, Turchia e Arabia Saudita. Sconcerto è stato provocato…

Ecco chi è Rivlin, il nemico di Netanyahu che guiderà Israele

Penso che l'elezione del nuovo presidente israeliano Reuven Rivlin sia ininfluente, malgrado i pasticci sorti per la sua elezione. Essi dimostrano quanto la politica israeliana sia frammentata e litigiosa e quante e quali siano le tensioni nel Likud. Le elezioni sono state precedute da una serie di "colpi bassi" e di strumentalizzazione di scandali sessuali e finanziari. Tutto il mondo…

Ecco perché Russia e Cina non domineranno l'Eurasia

Il maxi-contratto sulla fornitura di gas siberiano alla Cina è stato interpretato come un primo passo per la creazione di un blocco continentale eurasiatico, di fatto anti-occidentale. Il “triangolo strategico” fra Stati Uniti/Europa, Russia e Cina si sarebbe rovesciato. Sono finite sia l’alleanza fra Washington e Pechino, iniziata con il viaggio in Cina di Nixon e Kissinger nel 1972 e…

Sfide e incognite di al Sisi, nuovo presidente d'Egitto

L’attesa, ma comunque schiacciante, vittoria alle presidenziali egiziane dell’ex-maresciallo Abdel Fattah al-Sisi (97% dei voti) è stata salutata con sollievo dall’Occidente. La ridotta affluenza dei votanti (meno del 50% degli aventi diritto) dimostra come l’Egitto rimanga un Paese profondamente diviso. Potrebbero crearsi problemi di ordine pubblico. La loro soluzione è più facile in Egitto di quanto lo sia in Siria,…

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Crisi ucraina, ecco perché Poroshenko può accordarsi con Putin

Il nuovo presidente ucraino, Petro Poroshenko (nella foto) – il quarantottenne oligarca “re del cioccolato” – è certamente l’uomo giusto, andato al potere al momento giusto. Il compito che lo attende è tra i più difficili. Deve recuperare le province sudorientali, senza provocare molte vittime civili. Esse obbligherebbero Putin a intervenire, per non perdere la faccia. Deve disarmare le milizie sia…

Vi spiego come si può normalizzare l'infuocata Libia

La situazione in Libia è caratterizzata da incertezza e violenza. I governi continuano a cambiare, ma non hanno il controllo della situazione. Le forze nazionali di sicurezza sono surclassate dalle milizie. Queste ultime non hanno deposto le armi. Spesso sono utilizzate dalle autorità centrali per neutralizzarsi l’una con l’altra. È un po’ quanto facevano i Borboni. Affidavano l’ordine pubblico alla…

daghestan

Ucraina, vi spiego tutti gli errori della Russia e dell'Europa

L’Occidente è alla disperata ricerca di una soluzione per l’Ucraina che si sta distruggendo sotto i suoi occhi. Vuole evitare sia una guerra civile, sia la frammentazione del Paese. Ben difficilmente quest’ultima potrebbe essere pacifica. Non esistono divisioni chiare. Nei due Oblast del Donbass – quelli orientali di Donetsk e di Lugansk – i referendum dell’11 maggio sulla secessione dell’Ucraina…

Iraq, cambiamenti e incognite di un Paese al voto

Il 30 aprile circa 12 milioni di iracheni – poco più dei 21 milioni aventi diritto al voto – si sono recati alle urne per eleggere il nuovo parlamento. Hanno sfidato gli jihadisti, che avevano ordinato il boicottaggio delle elezioni. Oltre 100 sono i partiti in competizione. 9.000 i candidati. I risultati elettorali provvisori si conosceranno il 15 maggio: Quelli…

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