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Emanuele Rossi About Emanuele Rossi

Marito, padre e figlio; umbro, spesso connesso, lettore entropico. Scrivo storie e qualche analisi su questioni del mondo. Abbastanza innamorato dell'America e di Londra, del cibo, della birra, del Milan e dei New York Knicks. Sono anche un giornalista e un geologo. Twitter: @de_f_t

Promemoria da Mosca. Lo Stato islamico è ancora in grado di organizzarsi

L’attacco dello Stato islamico a Mosca dimostra che il terrorismo è ancora un problema internazionale, su cui servirebbe cooperazione, responsabilità e capacità di azione, anche perché realtà come Iskp stanno diventando forti e in grado di eludere le procedure di sicurezza dei Paesi

Dopo l’attacco a Mosca, l’Italia alza la sicurezza nei luoghi sensibili

Lunedì al Viminale vertice per analizzare l’attacco terroristico di Mosca e decidere ulteriori misure di controllo anche in Italia, dove intanto è stata innalzata la sicurezza dei luoghi sensibili. Putin deve evitare di usare la vicenda strumentalmente, si augura il ministro Tajani, perché è in ballo la sicurezza collettiva, dato che il rischio legato all’IS resta alto, fa eco il minsitro Crosetto

Propaganda o responsabilità. Quale sarà la scelta di Putin dopo l’attentato

Ora il presidente russo dovrà gestire la narrazione attorno all’attentato. Spingere troppo sulla cospirazione opera dei nemici (Ucraina, Usa, Ue) potrebbe essere efficace a livello di dibattito interno, ma porta il Paese fuori dal contesto della sicurezza collettiva. Mentre per combattere entità come l’Iskp la condivisione di informazioni può essere cruciale

L'attacco a Mosca mostra tutta la pericolosità dell'Is(kp). Conversazione con Valle

Per Riccardo Valle (The Khorasan Diary), “forse nelle prossime settimane ne sapremo di più, anche se la Russia cercherà di deviare molto il discorso sulla collusione fittizia con l’Ucraina”. L’Is nel Khorasan è un problema anche per l’Europa, tanto che ci sono già tracce della sua penetrazione, spiega l’esperto

Perché l'attentato a Mosca interessa l'Europa e il mondo

L’attacco devastante rivendicato dallo Stato islamico arriva in un momento di vulnerabilità per Putin: appena uscito dalle urne vincitore, deve proteggere la presidenza dall’ampio malcontento (sebbene non pubblico). Si creerà una cortina fumogena di narrazione attorno all’accaduto, mentre si pensa già che il Cremlino abbia ignorato gli avvertimenti americani per creare una sorta di false flag. Ma l’Is ha da tempo la Russia nei suoi obiettivi

Veto di Cina e Russia all’Onu. Ecco la ripicca anti-Usa su Gaza

La risoluzione contenente richieste di cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi in mano ad Hamas è stata bloccata da Cina e Russia. Una manovra politica contro la proposta degli Usa all’Onu

Cosa significano le rassicurazioni degli Houthi a Cina e Russia nel Mar Rosso

Nel caos del Mar Rosso, Russia e Cina hanno ottenuto nuove garanzie dirette e possono sganciarsi dalle attività per proteggere la sicurezza collettiva, dimostrando che le azioni degli Houthi sono anche un attacco ibrido contro l’Occidente, impegnato nel contrasto degli yemeniti, con cui non può mediare in coerenza con la difesa di diritti, valori e ordine democratico basato sulle regole

Che ci faceva un inviato cinese a Doha

In cinque mesi di guerra, la Cina ha progressivamente manifestato la sua “neutralità pro-palestinese”, sfruttando il contesto per dare spazio anche alla narrazione di Hamas, pur di usare il dossier a proprio favore (ossia per criticare l’Occidente e imbonirsi il Global South). Questa analisi è tratta dal “Diario Indo Mediterraneo” contenuto nella newsletter “Indo Pacific Salad”

Biden vuole fermare Netanyahu prima dell’invasione di Rafah. Ci riuscirà?

Con la questione umanitaria nella Striscia di Gaza esplosa tra gli argomenti internazionali, l’amministrazione Biden cerca di convincere il governo Netanyahu a non invadere Rafah (città piena di rifugiati). Israele potrebbe non fermarsi, e per la Casa Bianca si prospetta una fase molto impegnativa

Perché c'è l'Iran dietro la mossa anti-Usa del Niger

Il Niger nel mirino dell’Iran. Un accordo sull’uranio che guardi a Teheran è dietro alla rottura dei rapporti tra Washington e Niamey, e questo significa che oltre che dalla Russia (e dalla Cina) l’Africa sta iniziando a essere penetrata con consistenza da un altro attore ostile all’Occidente

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