L’Italia, che ospita il G7, si presenta al cospetto dei grandi della Terra come leader globale di tradizione e innovazione, grazie alla forza di 4,7 milioni di piccole e medie imprese. Negli ultimi cinque anni, il valore dell’export è cresciuto di 9,2 punti percentuali. Sull’esportazione di macchinari hi-tech il valore delle operazioni supera i cento miliardi di euro. E per la creazione di posti di lavoro le Pmi sono imprescindibili. Colloquio con il presidente di Confartigianato, Marco Granelli
Federico Di Bisceglie
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Berlusconi e l'estraneità alla politica come chiave del suo successo. Il ricordo di Ignazi
La chiave del successo, il bifrontismo, la capacità di catalizzare il consenso e soprattutto la disintermediazione come cifra politica. Si rivolgeva direttamente alle persone, essendo anche un mago della televisione. Meloni ha raccolto una parte del suo elettorato ma ha tratti stilistici differenti. Conversazione con il politologo Piero Ignazi, a un anno dalla scomparsa di Silvio Berlusconi
Tutte le ragioni di Schlein per festeggiare. Parla Parisi
Elly Schlein ha tutti i titoli per godersi questo risultato. È vero che il polo capeggiato da Meloni esce dalla competizione meglio dall’ancora ipotetico campo largo, ma i partiti e i leader che avevano sfidato il suo Pd ne escono indiscutibilmente disfatti. I partiti del centrodestra sono serenamente divisi sul futuro e rissosamente aggrappati al presente. Il Movimento 5 Stelle è ridimensionato ma faticherà ad essere junior partner. E ciò che sta accadendo in Francia ci dice tanto sull’Occidente. Intervista all’ex ministro e docente universitario, Arturo Parisi
Perché l'asse Meloni-von der Leyen conviene a entrambe. Parla Palano
Il risultato uscito dalle urne ci consegna un quadro nel quale sono le persone a prevalere, più che i partiti in sé. Dalla personalizzazione, l’unico che viene penalizzato è il Movimento 5 Stelle, il grande sconfitto. Questo, nei rapporti con i dem, lo indebolisce ulteriormente e lo rende un partner meno appetibile. La Lega a traino Vannacci potrebbe essere un’insidia per il governo e a Meloni conviene l’asse con von der Leyen. Conversazione con Damiano Palano, politologo e direttore del dipartimento di Scienze politiche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore
Macron sconfitto. Ora la Francia è più instabile e per l'Ue è un problema. Parla Darnis
Il partito del presidente francese si ferma al 15%, mentre il Rassemblement National super la soglia del 30. Un’affermazione robusta, che induce Macron a sciogliere le camere e a convocare nuove elezioni a fine giugno. Questo potrà portare a una difficile coabitazione. Ora il Paese agli occhi dell’Europa si presenta come instabile e l’esempio del Rn sarà un traino per altri partiti di destra in Ue. Conversazione con il politologo Jean-Pierre Darnis
Elezioni europee, affluenza alta anche al Sud. Ma non ci sarà un exploit. Parla Cianfanelli
L’aumento generalizzato dell’affluenza è determinato anche dal fatto che, differentemente rispetto alle ultime Europee, si vota più giorni. Al Sud e nelle isole buona partecipazione. Ma già tenere il risultato delle precedenti consultazioni sarebbe un successo. Bene il resto d’Europa, ma la consapevolezza è più alta. Colloquio con Francesco Cianfanelli, sondaggista di YouTrend
Sos astensione. La realpolitik di Tajani e le convergenze Salvini-Conte lette da Panarari
L’astensione terrorizza i partiti, tanto che i leader hanno fatto a più riprese richiami identitari per salvaguardarsi la propria base elettorale. Tajani ha forti agganci europei e sa che non c’è, realisticamente, un’alternativa alla grosse koalition. Salvini e Conte, convergenze sull’Ucraina. Mentre Schlein si rifà a Berlinguer. Colloquio con il sociologo Massimiliano Panarari
Gli appelli al voto non servono, per l'affluenza traineranno i territori. Parla Piepoli
Gli appelli al voto hanno dimostrato di non funzionare, tant’è che dal 1945 a oggi l’affluenza è calata drasticamente. Serve una politica vicina alle istanze delle persone e che risolva i problemi quotidiani. A trainare l’affluenza alle Europee saranno le tante amministrative disseminate lungo lo Stivale e in particolare nelle grandi città. Conversazione con il sondaggista Nicola Piepoli
In Ue giochiamo la carta Draghi. La destra? Collaboriamo sulla difesa comune. Parla Marcucci
Politica estera e di difesa comuni sono uno snodo fondamentale. Nel mondo globale, o l’Europa acquisisce una voce sola o soccombe al cospetto della Cina e della Russia, quindi siamo disponibili a collaborare con la destra su questo dossier. Schlein dovrebbe controllare alcune posizioni e fughe in avanti dei suoi candidati. E i sovranisti indeboliscono l’Ue. Colloquio con il presidente di Libdem, Andrea Marcucci
In Ue non ci sarà una maggioranza (solo) di destra. Meloni-Le Pen, asse difficile. Parla Tarchi
Nel gruppo dei conservatori guidati da Meloni ci sarebbero forti resistenze a una convergenza con i nazionalpopulisti di Identità e Democrazia. I rapporti fra la premier e Le Pen, sono anche umanamente difficili. Lo scontro di ambizioni e personalità, al momento, inibisce la prospettiva agitata da Orban. La variabile Trump non inciderà troppo sugli equilibri europei. Conversazione con il politologo, Marco Tarchi