Intervista all’ex viceministro dell’Economia. La tassa piatta proposta dal partito vincitore delle elezioni non porterà maggior gettito e soprattutto potrebbe dare vita a forme di contabilità creativa. Dall’Europa più tempo per la manovra, ma in fin dei conti è quasi un atto dovuto
Gianluca Zapponini
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Tasse, Pnrr e bollette. La Melonomics e la sponda di Draghi e Bruxelles
Da Bruxelles arriva un sostanziale via libera al ticket Draghi-Meloni per la scrittura della prossima legge di Bilancio, caldeggiato giorni fa da Guido Crosetto. Ci sarà più tempo per consegnare l’ex Finanziaria e permettere al partito vincitore delle elezioni di inserirvi le proprie proposte, dando peso politico ai provvedimenti. A partire da fisco e caro energia
Non così generosa. Il bluff della Cina sul debito africano
Il mese scorso l’annuncio trionfare del colpo di spugna delle banche cinesi su alcuni prestiti concessi alle economie del Continente. Una generosità parziale visto che lo sconto riguardava solo i finanziamenti infruttiferi, privi cioè di interessi. E così il debito tossico è rimasto al suo posto
Draghi saluta Palazzo Chigi con conti in ordine e crescita
Il governo approva la Nota di aggiornamento al Def che porta in dote una crescita nel 2022 rivista al 3,3% e un indebitamento in discesa al 5,1%. Ma il prossimo anno il Pil frenerà per colpa della crisi energetica
Meloni sia prudente sui conti e i mercati le crederanno. Parla Angeloni
Non è vero che la politica monetaria espansiva è defunta, i tassi al netto dell’inflazione sono ancora negativi. Il nuovo governo usi i guanti su deficit e debito e lo spread si raffredderà. Il Pnrr? Piccoli ritocchi si possono fare ma l’impianto rimane valido. Intervista ad Ignazio Angeloni, economista presso la Robert Schuman Center of the European University Institute ed ex membro del Consiglio di Sorveglianza della Bce
Sanzioni, Mosca gioca la carta del rublo (digitale)
Le sanzioni occidentali in sei mesi hanno eroso l’11% del Pil russo, devastando l’economia. Per tentare di aggirare i circuiti di pagamento stranieri e creare un blocco monetario antagonista al dollaro, il Cremlino punta a una valuta digitale da mettere a sistema con lo yuan
I tre ministeri che Meloni non può "sbagliare". I consigli di Quadrio Curzio
Intervista all’economista e presidente emerito dell’Accademia dei Lincei. Draghi lascia un Paese che gode di grande credito in Europa, il futuro capo del governo non dilapidi un simile tesoretto. La manovra in collaborazione con l’ex presidente della Bce? Un buon segnale
Se la finanza è pronta a mollare Pechino (nel nome di Taiwan)
Le grandi banche americane e francesi starebbero valutando l’ipotesi di smobilitare dal Dragone qualora esplodesse una crisi militare con l’isola rivendicata e arrivassero le sanzioni. Mentre la Banca mondiale declassa Pechino a zavorra d’Asia
Mps si blocca in Borsa, ma l'aumento non è a rischio (e il voto non c'entra)
Il titolo ancora oggi ha stentato a fare prezzo a Piazza Affari dopo il crollo teorico del 34% lo scorso lunedì, a valle dell’operazione di raggruppamento azionario. Escluso per il momento l’effetto emotivo del voto. Il ceo Lovaglio continua a essere fiducioso sulla ricapitalizzazione, mentre il piano industriale avanza su esuberi e uscite volontarie. Aspettando le fatidiche nozze
Una Finanziaria a quattro mani Meloni-Draghi? Buona idea. Parla Di Taranto
Intervista all’economista e docente Luiss. Inutile che l’Europa cada nell’isteria, l’Italia è una democrazia solida e la sua economia cresce. E comunque il voto di una Nazione sovrana va sempre rispettato. I mercati sono a loro agio e poi la leader di FdI ha detto più volte di non voler ricorrere al deficit di manica larga. Nel mentre può funzionare la collaborazione tra governo uscente e governo entrante nella scrittura della legge di Bilancio