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 About Gustavo Piga

Hello. My name is Gustavo Piga. I'm an economist, a teacher, a speaker and a writer. International economic affairs, public spending and corruption are the three items I discuss the most. This is my blog: www.gustavopiga.it

Ecco come l'Europa potrebbe combattere la disoccupazione

La semantica del Draghi americano, con la Buba a distanza di sicurezza grazie alle onde dell’Atlantico, è stata assai nuova e diversa. E questo non tanto per l’assenso ad una minore austerità da tutti fatta notare, quanto per l’avversione alle più rilevanti e pericolose conseguenze dell’austerità: disoccupazione ed emarginazione. Atteggiamento nuovo, da accogliere favorevolmente, specie per un rappresentante di una…

La lezione del governo francese per l'Italia

Bisogna dare la priorità all’uscita dalla crisi e a fare passare in secondo piano la riduzione dogmatica del deficit che ci ha portato all’austerità e alla disoccupazione. Se queste parole vi sembrano quelle di uno rappresentanti del Comitato Promotore, vi sbagliate. Sono le parole del ministro dell’Economia francese che hanno messo in crisi il Governo di Parigi e portato allo…

Non basta la retorica sulla flessibilità a ristabilire la domanda in Europa

Un grande passo per Draghi, un piccolo – ma significativo – passo per l’Europa. A Jackson Hole abbiamo assistito al tentativo di Draghi di rimettere al centro della soluzione alla crisi europea l’attenuazione dell’austerità fiscale, per soccorrere una politica monetaria che da sola, quando prevale il pessimismo, non riesce a far ripartire credito ed investimenti. Ma non può certo bastare:…

Che cosa fare per produrre un po' di sana inflazione

Il debito pubblico è troppo alto, va ridotto. Come? la via realisticamente preferibile è l'inflazione (modesta, pero). Perché? a) Perché da sempre, specie se l'inflazione non è enorme, è metodo socialmente ben più invisibile e digerito rispetto al consolidamento esplicito: genera dunque il minimo di instabilità sociale successiva. b) Perché la vera ingiustizia che sta avvenendo ora nel contratto sociale…

La lettera di Gustavo Piga sul Financial Times per una moratoria del Fiscal Compact

Caro Direttore, l'Europa è riuscita con successo ad evitare una disastrosa spaccatura dall'euro. Nel farlo, ha soddisfatto una condizione necessaria per continuare ad essere una controparte decisiva negli attuali processi geopolitici globali, in cui l'unione conta per essere al tavolo delle decisioni e non "finire sul menu". "Whatever it takes"  ("Faremo tutto il necessario") è stata la frase simbolo che…

Una firma per dare uno schiaffone all'austerità

Riprende in tutta Italia la campagna per la raccolta delle firme per il Referendum contro l'austerità. Sarà un autunno caldo per noi e forse anche per il Governo che dovrà trovare il modo di aumentare le tasse e ridurre le spese - a casaccio - di 20 miliardi o addirittura 30 se vuole rinnovare il bonus di 80 euro. Si…

Vi spiego i perché dei numeri sulla (de)crescita di Italia, Francia e Germania

Dopo avere letto i numeri della (de)crescita italiana, francese e tedesca di questi giorni userei una metafora calcistica: stiamo giocando un mondiale, ma neutralizzandoci a vicenda con un catenaccio estremo che garantisce l’immobilismo di ognuno. Per vincere ci vuole il coraggio di attaccare ed affrontare l’avversario che in questo momento si chiama recessione da austerità. I dati di questi giorni…

Caro Renzi, prima delle riforme serve la crescita

Ogni giorno che passa ci avviciniamo al giorno X in cui sapremo cosa farà il Governo Renzi veramente sul Fiscal Compact e sulle sue ingenue ed ottuse prescrizioni. Ogni giorno che passa Renzi comprende un pochino di più, visto che deve prendere decisioni che influenzano il bilancio pubblico, l'impatto dell'attuale contesto europeo – istituzionale ed economico – sul suo progetto…

Draghi, Bce, vigilanza

Draghi non bacchetti ma agisca

I dati Banca d’Italia sull’andamento dei prestiti delle banche in Italia sono devastanti e seguono quasi perfettamente i dati del PIL, a dimostrazione che il cavallo non beve e le imprese non richiedono prestiti perché non vedono là fuori sufficiente domanda per giustificare nuovi investimenti. Gli spread alle imprese italiane rispetto a quelle tedesche rimangono altissimi, e la deflazione dei…

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